Polvere di stelle. Finte o presunte tali. Raf cantava: cosa resterà degli Anni Ottanta? Appunto. Sta di fatto che il 9 maggio 1980, 40 anni fa, il Consiglio federale approvava il ritorno degli stranieri dopo quasi 15 anni di chiusura delle frontiere. Tra grandi campioni (sì, ce ne sono stati: da Falcao, Krol, a Brady, a Prohaska, Daniel Bertoni; e poi nelle stagioni a seguire Platini, Maradona, Zico...) e qualche meteora e grandi bluff (o pacchi, se preferite). A cominciare da Luis Silvio, acquistato dalla neo promossa Pistoese. Prelevato dal Ponte Preta, scese in campo solo 6 volte.
Fu così relegato subito in panchina e poi in tribuna, prima di far ritorno in Brasile. Lo hanno visto vendere gelati sulla spiaggia di Copacabana. E che dire del suo connazionale Eneas? Sbarcato a Bologna, proveniente dal Portuguesa. Prese paura vista la prima nevicata: appena 3 reti in 20 presenze.
A fine stagione ceduto all’Udinese, ma andò subito via - prima ancora che cominciasse il campionato - per tornare in Brasile.
Eccoci a Sergio Fortunato (di nome, non di fatto). Un vero flop per il Perugia. L’attaccante riuscì a collezionare solo 12 presenze nella sua prima e unica annata in A.
Successivamente come non ricordare il peruviano Geronimo Barbadillo? Cinque anni in Italia, tra Avelino (tre) e Udinese: nonostante le oltre 100 presenze in campionato, solo un ricordo sbiadito. E cosa dire di Joe Jordan? Lo squalo del Milan, retrocesso in B nell’anno del Mundial. L’attaccante scozzese fece il paio con Luther Blissett, il Corsaro Nero del Diavolo (‘84-85): più che altro un ballerino da Crocodile Rock (del suo ex presidente Elton John al Watford) che un bomber di serie A.
Arrivarono tanti piccoli Aristoteles, ma alcuni furono dei clamorosi bidoni
di Marco Zorzo
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 10:11
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