Roma, San Siro con vista sul derby: Fonseca fa la prova generale contro l'Inter

Fonseca (foto Gino Mancini)
Fonseca (foto Gino Mancini)
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Maggio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 06:39

Stasera al Meazza, teatro che ha incoronato Mourinho undici anni fa, la Roma sfiderà i neo-campioni d’Italia nel penultimo scontro diretto della stagione. Inutile girarci attorno: è la principale motivazione della notte milanese. Nei 10 tentativi fatti fin qui contro le 6 formazioni che la precedono in classifica, appena 4 punti raccolti su 30 a disposizione: nessuna vittoria, solo i pareggi all’andata contro la Juve, il Milan (l’unico in trasferta e proprio in questo stadio), l’Inter (rivale di giornata) e al ritorno con l’Atalanta. Il flop dei giallorossi contro le migliori è stato il limite più evidente dell’éra Fonseca. Il trend ha inciso, anche nello scorso torneo, nella corsa Champions (obiettivo fallito per la terza stagione consecutiva). Il successo servirebbe comunque per ipotecare la partecipazione alla Conference League: vale la pena riprovarci, insomma.

OPERAZIONE RISCATTO 
Più che l’Inter, però, c’è a Lazio nel mirino della Roma. Sabato lo scontro diretto numero 12, il secondo in tre giorni e l’ultimo prima del traguardo. L’unica partita che conta del trittico di fine campionato, dopo il 3-0 del 15 gennaio. Fonseca, a digiuno contro Inzaghi (due pareggi nello scorso torneo e un ko in questo), stasera farà la prova generale per il derby. A cominciare dal sistema di gioco che, come giovedì sera contro il Manchester, sarà il 4-1-4-1. «Fino a marzo stavamo bene» ha sottolineato, chiamando in causa la raffica di infortuni, per motivare il ritorno alla linea difensiva a quattro. E con Darboe, il mediano del Gambia classe 2001, pronto a giocare la seconda partita consecutiva da titolare, a prescindere da chi torna a disposizione.

Diminuiscono gli assenti (stamattina, prima della partenza, saranno ufficializzati i convocati): «Recupero Villar, El Shaarawy e Perez». Per la panchina. Sta meglio Ibanez, in ballottaggio con Kumbulla. Santon, invece, supera Peres. Davanti torna Dzeko. Paulo sposa la linea di Pellegrini che ha ammesso come la squadra abbia staccato la spina in serie A, privilegiando la coppa: «Penso non sia stato volontario. Arrivare in semifinale è importante e i ragazzi, magari inconsciamente, hanno pensato più all’Europa League che al campionato». Ma nelle ultime tre giornate i giallorossi dovranno difendere il 7° posto: il Sassuolo è a -2 (e -4 nella differenza reti. La proprietà Usa non vuole rinunciare alla vetrina internazionale per non svilire il brand e si accontenta di partecipare almeno alla Conference League. 

MESSAGGIO ALLA PIAZZA
Mourinho, intanto, fa chiarezza sulla sua scelta. E, pur non citando mai la Roma, spiega di essersi fidato del progetto dei Friedkin: «Quando prendo decisioni importanti, mi assicuro di avere tutte le informazioni di cui ho bisogno a portata di mano. Questa è la tattica migliore perché è impossibile prenderne senza conoscere tutti i dettagli e chiedere tempo per capirli» il suo pensiero al sito XTB (trading partner dello Special One). Contemporaneamente già indica la strada ai giocatori, anticipando loro il suo metodo di lavoro: «Non lasciamo che i rumors esterni influenzino ciò che facciamo all’interno. La pressione è sempre presente nel calcio, quindi ci concentriamo sulla nostra preparazione. Ogni partita ha una pressione perché c’è sempre un significato diverso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA