Roma, il settore giovanile tradito: prima squadra
piena di stranieri e tanti talenti in giro per l'Italia

Roma, il settore giovanile tradito: prima squadra piena di stranieri e tanti talenti in giro per l'Italia
di Francesco Balzani
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Mercoledì 5 Ottobre 2016, 09:14
La Primavera a Roma non c’è più, ma in provincia continua a fiorire. Non è una considerazione sulle mezze stagioni ma l’amara analisi che riguarda i ragazzi di Alberto De Rossi capaci negli ultimi 6 anni di vincere due tricolori e una coppa Italia. Nella Roma di Spalletti, infatti, di quei scudetti è rimasto il solo volto di Florenzi.

Tutti gli altri sono dovuti andare a cercare fortuna altrove condizionati anche dalla bocciatura di Sabatini: «I giovani italiani sono un disastro, a Roma sarebbero comprimari». E invece a recitare il ruolo da comparse, rispettando la dura legge del contrappasso, sono gli strapagati Gerson e Iturbe. Il primo, 19 anni, oggetto misterioso costato 17 milioni che Spalletti ha bocciato a parole e coi fatti. Il brasiliano non ha ancora trovato un ruolo nello scacchiere del tecnico e anche nel gruppo non si è ambientato tanto da essere l’unico assente alla festa di Totti. il secondo, 23 anni, è stato l’acquisto più costoso della Roma americana: 24 milioni per 3 gol e tanti fischi. Ventitré come le candeline che ha spento il 3 agosto Politano, uno dei protagonisti del Sassuolo europeo con 5 gol e 3 assist. L’esterno di Selva Candida è stato ceduto per 4,5 milioni, oggi ne vale almeno il doppio.

Altri affari per Di Francesco sono Pellegrini e Mazzitelli. Per il primo, in ottica nazionale, la Roma ha mantenuto un diritto di riacquisto a 7 milioni. Il secondo è passato ai neroverdi a titolo definitivo per 3,5 milioni. Poi Federico Ricci e Antei. Ma a godere dei regali giallorossi sono anche Pescara (con Verre e Caprari) e Benevento trascinato al secondo posto in serie B da Ciciretti, campione d’Italia nel 2011. A non aver trovato spazio sono anche i freschi campioni del 2016: da Capradossi a D’Urso passando per Sadiq, Ponce, Di Livio e Machin.
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