L'ex interista Sneijder, pupillo di Mourinho: «Il Feyenoord subirà il suo carisma»

L'ex interista Sneijder, pupillo di Mourinho: «Il Feyenoord subirà il suo carisma»
L'ex interista Sneijder, pupillo di Mourinho: «Il Feyenoord subirà il suo carisma»
di Francesco Balzani
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Martedì 24 Maggio 2022, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 20:28

Dodici anni e due giorni. Tanto è passata dall'ultima volta che una squadra italiana ha alzato un trofeo internazionale al cielo. L'allenatore - che domani a Tirana potrebbe spezzare il digiuno - era Mourinho. La squadra l'Inter e il suo fantasista Wesley Sneijder. Olandese ma col cuore tutto verso il suo amico Josè in un Roma-Feyenoord che vale la Conference.
Che partita sarà?
«Sarà una finale, quindi ci sarà la migliore atmosfera per un allenatore come Mourinho che sa influire come nessun altro sulla testa dei suoi giocatori in questi contesti».
Lo Special One ha giocato 4 finali con Porto, Inter e Manchester. E le ha vinte tutte...
«Pensate sia un caso? Quella di Madrid come l'ha vinta? Lui era riuscito a tenerci rilassati fino alla finale, ho sentito che a Roma ha avuto maggiori difficoltà a farlo. Ricordo che il giorno prima a Madrid ci ha insegnato che non si devono perdere le finali, perché è una cicatrice per la vita. Una finale si vince e basta. Io l'ho notato due mesi dopo quando ho perso quella dei Mondiali contro la Spagna. Mourinho ha avuto la capacità di farci vincere sotto tutti gli aspetti contro una grande squadre come il Bayern Monaco».
Quindi vede favorita la Roma?
«Il Feyenoord gioca molto bene soprattutto davanti e ha giocatori davvero interessanti come Sinisterra o Kocku, ma l'aspetto psicologico è determinante in questi match».
Non pensa come Mourinho che il Feyenoord arriverà più riposato?
«Vuoi sapere la verità? Mi è venuto da ridere quando ho letto che Mourinho ha ritenuto ingiusto che il Feyenoord abbia avuto due settimane in più per preparare la finale»
Perché?
«Anche nel 2017 era arrabbiato per il fatto che l'Ajax potesse permettersi 12 giorni di riposo per la finale di Europa League contro il suo Manchester United e che lui potesse preparare la sua squadra solo per tre giorni. È un gioco psicologico. Fa capire ai suoi giocatori quanto sia tutto ingiusto e li motiva affinché puniscano l'ingiustizia. E' un maestro. Mourinho faceva delle regole tutte sue e i calciatori amavano questo fatto».

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