Roma: Dzeko positivo, contro il Genoa chance per Mayoral

Roma: Dzeko positivo, contro il Genoa chance per Mayoral
di Stefano Carina
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Sabato 7 Novembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 12:52

Edin Dzeko è risultato positivo al Covid-19. La doccia fredda arriva a Trigoria a metà mattinata. Nemmeno il tempo di godersi il 5-0 sul Cluj che Fonseca deve rinunciare al bosniaco. Il club (che ieri ha reso ufficiale l’addio di Paul Rogers) attende che sia il centravanti a comunicarlo su Instagram: «Ciao a tutti, purtroppo sono positivo al Covid19 e come sapete dovrò rispettare il periodo di quarantena. Voglio tranquillizzare tutti quelli che mi conoscono, fortunatamente non ho sintomi particolari. Per alcuni giorni sarò costretto a rimanere distante dai miei compagni, ma con la mente e con il cuore starò con loro, a cominciare da domenica: daje ragazzi. Forza Roma». La speranza è che Edin possa saltare soltanto una partita, quella di domani a Genova, visto che poi ci sarà la sosta per le nazionali (ovviamente non risponderà alla convocazione della Bosnia) e potrebbe tornare nel frattempo negativo. A provare a stigmatizzare, come al solito, ci pensa Totti (anche lui positivo dal 27 ottobre) sui social: «Daje bomber viè a casa mia. Giochiamo io e te». Ma sul fronte coronavirus anche la buona notizia della guarigione, dopo 25 giorni, di Diawara.
LA PROVA DEL 9
Fonseca ride meno. Nemmeno la ritrovata vena realizzata di Mayoral in Europa League lo rassicura. Perché al netto della doppietta al Cluj, lo spagnolo deve ancora dimostrare di poter essere il vice-Edin. Non può essere un gol ad un metro dalla linea di porta e un altro a seguito di uno stop e diagonale vincente ma con il difensore più vicino a tre metri, a cancellare le perplessità che le gare con lo Young Boys, il Cska Sofia e a voler esser severi almeno il primo tempo dell’altra sera, si portano dietro. Dubbi - precisazione d’obbligo - legati non al valore di Mayoral ma al ruolo che gli viene chiesto di ricoprire: ossia quello di sostituto di Dzeko. Al di là del nome, Borja, che vuole il suo toponimo derivare da una parola araba con il significato di “torre”, lo spagnolo più gioca e più sembra essere a suo agio nella posizione di seconda punta. Giostrare come perno di riferimento, retrocedere e far salire la squadra, quando serve farla rifiatare tenendo il pallone, magari subendo qualche fallo o andando a saltare sul rinvio lungo, non sembrano essere caratteristiche del suo dna. Mayoral, invece, quando ha un attaccante vicino (e Pedro lo è sicuramente di più rispetto a Mkhitaryan), sembra giovarsene. In una città che è stata capace di bocciare dopo tre partite un certo Voeller, figuriamoci se qualche mugugno non si è già levato nei confronti dello spagnolo. Per questo Paulo, anziché giocare con il 3-4-2-1, contro il Cluj ha preferito il 3-5-2. Modulo che a Genova, proprio con la presenza di Mayoral dal primo minuto, potrebbe trasformarsi in 3-4-1-2: Mkhitaryan trequartista e tandem iberico Pedro-Borja.
GIGI SUL PETTO
Di certo la positività di Dzeko, regala all’ex Real un minimo di continuità che soprattutto per un attaccante è fondamentale. Giocare spezzoni di gara o in partite dal coefficiente molto basso di difficoltà con una squadra rivoluzionata perlopiù dal turnover, non aiuta. Anche perché Mayoral è arrivato con le idee molto chiare: «Io vice Dzeko? No, non mi sento la sua riserva. Possiamo giocare insieme». Vero e la sensazione è che lo spagnolo potrebbe soltanto trarne profitto. Per provare però a scalfire l’inamovibilità di uno tra Pedro e Mkhitaryan (più l’armeno dell’ex Chelsea) serve un acuto. Che non vuol dire per forza un gol ma una prova che lo veda maggiormente coinvolto nelle dinamiche della squadra. Domani a Genova giocherà con i titolari. E con la patch di Gigi Proietti (con la scritta «Grazie Mandrà») sul petto. Per capire cosa ha rappresentato l’artista romano in questa città e sapere chi era Mandrake, può chiedere a Pellegrini.
Stefano Carina

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