Da Litmanen a Ibra, i destini incrociati che hanno fatto storia nella Roma e nell'Ajax

Da Litmanen a Ibra, i destini incrociati che hanno fatto storia nella Roma e nell'Ajax
Da Litmanen a Ibra, i destini incrociati che hanno fatto storia nella Roma e nell'Ajax
di Alessandro Angeloni
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17:20

Ajax e Roma, spesso sedute al tavolo del mercato. Storie di occasioni sfumate, di liti. Per soldi, per ripensamenti di principio, per retromarce mal digerite. Conta poco ricordare che Samuel Kuffour nel 2008 abbia svestito il giallorosso per il biancorosso dei Lancieri. Magari ad Amsterdam lo ricordano poco (pure a Roma non è che lo si ricordi di più...), il ghanese ha giocato solo una manciata di partite. Non andò bene nemmeno Bojan Krkic, il cui talento (mostrato nel Barça) è evaporato nella Capitale e non è risorto di certo ad Amsterdam. Ben diverso è ricordare, in questi affari, gente come Jari Litmanen, del quale si era innamorato Carlos Bianchi, sul cui scaricava i suoi problemi (eufemismo) con Francesco Totti. Jari alla Roma, Totti alla Samp, questo il piano: anno 1997. Lo ricordiamo tutti. Arriva il torneo Città di Roma e cambia lo scenario. Sliding Doors. Jari a Roma averebbe continuato a fare la sua dignitosissima carriera, Francesco si sarebbe bruciato, forse. O forse no, ma la porta verso l’eternità, che solo Roma ti sa dare, si sarebbe chiusa. Poff, abbiamo scherzato. Carlos Bianchi ha perso la sua partita, tutto è rimasto come era.

La Roma si è spesso innamorata dei calciatori dell’Ajax, qui non sono arrivati solo personaggi secondari, vedi Emanuelsson, una specie di fulmine invisibile, apparso e scomparso senza lasciare traccia. Qui, gente dell’Ajax ha fatto carriera. Cristian Chivu, ad esempio. Leader fragile, testa di altri tempi, piede raffinato. La Roma inseguiva Legrottaglie e poi Lucio e si è ritrovata Cristian. Mica male. Comincia il campionato, giallorossi impegnati a Udine. Dall’Ajax, arriva l’ultimatum: non ci sono le fideiussioni, Chivu resta ad Amsterdam. Le urla di Capello echeggiano ancora oggi. Tutto si è risolto, approfittando della sosta per le nazionali: alla seconda giornata di campionato, Chivu è in campo. Gol al Brescia, su punizione, una specialità. Negli anni ha fatto ma poteva fare di più, purtroppo sono arrivati mille infortuni. Si è divertito all’Inter, vincendo il triplete con Mourinho. Da Litmanen a Chivu, c’è di mezzo Ibra. La Roma sognava Cannavaro ed è arrivato Cufrè e in quegli anni ha inseguito Ibra e dopo qualche tempo è arrivato Mido.

Ibra era l’oggetto del desideri di Franco Baldini, che lo voleva quando era ancora al Malmoe su consiglio di Liedholm e poi usando Pruzzo come intermediario.

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OLTRE KUFFOUR A BOJAN
Il Milan gioca una partita di Champions contro l’Ajax, anno 2003: Baldini incontra Raiola (il suo manager) e i dirigenti lancieri a San Siro. Accordo fatto. Poi, salta tutto, Ibra nel 2004 finisce alla Juve, sempre con Capello, che ha dovuto aspettare solo un anno. Mido? Arriva a Roma nello stesso anno (dopo essere passato da Celta e Marsiglia), un disastro. Eppure in quell’Ajax, si diceva, che il vero talento fosse l’egiziano. Mah. I fatti hanno detto il contrario. L’ultimo affare saltato, Hakim Ziyech: Monchi lo aveva bloccato, poi ha partorito Pastore, che come talento non ha nulla da invidiare a nessuno, ma a Roma è arrivato non in condizioni ottimali. E ancora oggi è qui. Monchi sempre dall’Ajax ha pescato Justin Kluivert, figlio d’arte (di Patrik), ma di artistico ha dimostrato poco. Justin se ne sta in Bundesliga, a Lipsia, Ziyech è al Chelsea. Infine Maarten Stekelenburg (primo olandese a Roma), che domani la Roma troverà come avversario. Nel 2011, Sabatini pensava di aver preso un grande portiere, ovvero Maarten, invece niente. L’amore era un calesse. Sliding Doors.

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