Pierluigi Casiraghi: «Con Mancini sono tornati i bomber e ora la Nazionale fa di nuovo paura»

Pierluigi Casiraghi
Pierluigi Casiraghi
di Piergiorgio Bruni
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 13:29
Quasi 500 partite da professionista impreziosite da 125 reti. Due coppe Uefa, una Supercoppa Europea, una coppa d'Inghilterra e due coppe Italia. Conquistate con Juventus, Lazio e Chelsea. Senza dimenticare, poi, il doloroso titolo di vicecampione del mondo nel 1994 negli States. Pierluigi Casiraghi non è stato soltanto un attaccante moderno, capace di acrobazie straordinarie, ma anche un partner perfetto per alcuni fra i più grandi campioni degli anni '90. Da Roberto Baggio a Bobo Vieri, passando per Boksic, Vialli, Schillaci, Signori e Mancini.

Le piace l'Italia di Mancini?
«Ha raccolto un'eredità pesante ed è stato davvero bravo a plasmare il gruppo: si è preso dei rischi cercando di cambiare sia i giocatori, sia la mentalità. Oggi, non a caso, abbiamo una Nazionale divertente e vincente».

Quali sono i meriti di Mancini?
«L'esperienza a Manchester l'ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista: è nel pieno della maturità professionale».

Italia favorita agli Europei?
«E' un po' presto per dare giudizi: ora, ci sarà qualche test importante, proprio per arrivare in forma all'Europeo. Sicuramente è tra le favorite».

C'è un attaccante italiano che le piace più di altri?
«Difficile fare un nome: quelli che sta impiegando Mancini sono sicuramente i migliori».

Immobile e Zaniolo, però, oggi sono una spanna sopra. Non trova?
«L'attaccante della Lazio, già da qualche anno, ha una media gol impressionante: è fantastico. Il romanista, invece, sta bruciando tutte le tappe: ha qualità, personalità e un gran fisico. In campo, la palla se la fa dare senza paura ed è una dote che hanno solamente i grandi».

Sabato torna la serie A. La Juve è sempre la squadra da battere?
«Certo, ha una rosa nettamente superiore alle altre. Sarri, per intenderci, parecchie gare le ha vinte coi cambi».

Quindi l'Inter è praticamente tagliata fuori?
«Non è detto. Se fino a gennaio riusciranno a stare attaccati alla Juve e sapranno fare un buon mercato, potranno giocarsela fino all'ultimo».

E il Milan?
«Vive un momento di transizione. La squadra non ha grandissima qualità, senza investimenti importanti ci vorrà tempo per tornare in alto».

Come finisce il Campionato?
«Juventus, Inter, Lazio e Napoli».
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