Il Milan rialza la testa, Theo Hernandez firma l'1-0 con il Parma

Stefano Pioli
Stefano Pioli
3 Minuti di Lettura
Domenica 1 Dicembre 2019, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 18:02
Parma-Milan è un po’ come Sassuolo-Lazio. Dai e dai, la qualità rossonera ha la meglio, nel finale. Decide Theo Hernandez, alla terza rete stagionale, e il successo è meritato per la quantità di attacchi.

Marco Giampaolo aveva conquistato 9 punti nelle 7 partite della sua gestione, in altrettante Pioli è a 8, ma il suo calendario era più complicato. Maldini e Boban sono in tribuna, il presidente Scaroni è con la moglie, i progressi sul piano del gioco sono confortanti. Il Parma inseguiva la 5. vittoria in 8 gare al Tardini, la manca per merito della difesa a 4 del Milan, che quando attacca con un esterno fa restare l’altro resta dietro. 

Bonaventura è nel centrocampo a 3, non si vede molto. Nel Parma manca il faro Scozzarella, per problemi muscolari, Brugman non è la stessa cosa, uscirà nel finale. 

Le occasioni iniziali sono per Piatek e per Romagnoli, Hernani sbaglia a centrocampo, il pressing rossonero è intenso, manca la finalizzazione vincente. Darmian è stato capitano della primavera del Milan, crea la prima opportunità per i crociati. Kessiè è finito spesso in panchina, resiste a contusioni e calcia da posizione defilata, Sepe salva. Conti trova un cross degno di quando era all’Atalanta, Piatek di nuovo tocca male.

Il Parma ha Kucka come falso nueve, avvia l’azione più insidiosa dei crociati nel primo tempo: il filtrante di Kulusevski è per Hernani, Romagnoli salva. La partita si apre dopo la mezzora, Calhanoglu dalla destra spaventa la difesa di casa. L’argine parmigiano resiste, con Iacoponi sempre puntuale. Prima dell’intervallo Pioli chiede a Bonaventura di andare a uomo su Brugman, per inibire l’azione del regista, mentre Bennacer si allarga a raddoppiare su Kulusevski, per un 4-2-3-1. Una buona azione palla a terra del Milan porta al tiro Piatek, respinto.

Il secondo tempo è altrettanto bloccato, sul piano tattico, il Parma è guardingo come sempre, contro le grandi. Calhanoglu chiede la punizione per il tocco con il braccio di Bruno Alves, ci poteva stare, al limite dell’area. Il fraseggio orizzontale milanista non trova sbocchi, sembra la Roma prima della sosta, al Tardini. Il cross sbagliato da Theo Hernandez è significativo. I movimenti sono armonici ma elementari, Bennacer si fa ammonire per un fallo tattico su Kulusevski. Quando Mustacchio ha lo spiraglio giusto, aspetta troppo a crossare ma Suso è bravo a trovare un bel diagonale che sfiora il palo. Bennacer rischia il secondo cartellino giallo per un fallo a centrocampo. Il Milan cresce, Suso serve Kessiè, che spreca. Dopo un’ora la nuova bocciatura per Piatek, sostituito da Leao: il polacco resta in panchina con lo sguardo perso, il suo acquisto è stato un errore di Leonardo. 

Piove, il terreno favorisce l’opposizione del Parma. E’ come se si giocasse a San Siro, nel senso che la supremazia territoriale del Milan è notevole. Serve la chiusura di Musacchio per impedire a Kulusevski di battere a rete. Quando il Parma torna un po’ fuori, Conti non si distrae. Il Milan va oltre i 20 tiri, impensierire particolarmente Sepe. Calhaloglu si crea lo spazio in area, la conclusione non è abbastanza angolata. Il sinistro di Suso è improvviso, il portiere può respingere con i pugni. Finchè Bonaventura calcia forte da 20 metri, Sepe respinge, Darmian nel tentativo di liberare colpisce Theo Hernandez, la palla rimbalza su Bruno Alves all’indietro e il francese di 22 anni infila di classe, con l’esterno sinistro.

Il Milan riprende il Torino a metà classifica, il Parma resta un punto avanti. Lentamente, potrebbe persino ancora inseguire la Champions, mentre l’Europa league è lì, a portata. E’ la seconda vittoria della gestione Stefano Pioli, parmigiano del sasso, con il figlio Gianmarco nello staff, come videoanalista. Da calciatore aveva iniziato nel Parma.

LEGGI LA CRONACA 


LA CLASSIFICA
© RIPRODUZIONE RISERVATA