Milan, Mario Mandzukic sfida la maledizione del numero 9: in tanti hanno fallito dopo Pippo Inzaghi

Milan, Mario Mandzukic sfida la maledizione del numero 9: in tanti hanno fallito dopo Pippo Inzaghi
di Massimo Sarti
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 22:26 - Ultimo aggiornamento: 23:19

Perché Mario Mandzukic è un guerriero vero? Perché ha deciso di sfidare la maledizione della maglia numero 9 del Milan. Scherzi a parte, la scelta dell'attaccante croato è programmaticamente molto forte, perché la casacca che da sempre è il simbolo del gol, in casa rossonera ha portato ben poca fortuna a tutti coloro che l'hanno indossata, dopo Filippo Inzaghi. Che il 13 maggio 2012 segna a San Siro contro il Novara l'ultima delle 126 reti in 11 stagioni con il Diavolo. Tutte rigorosamente con la 9 sulle spalle. Gol e vittorie in Italia, in Europa e nel Mondo. Il Milan sta aspettando ancora un 9 capace di fare davvero la differenza. Ecco l'elenco dei fallimenti, dopo Superpippo.

2012-13, Alexandre Pato: il primo erede è l'ex bambino prodigio brasiliano, che abbandona il numero 7 delle precedenti stagioni.

Bersagliato dai problemi fisici gioca appena 7 partite ufficiali. Segna al Malaga e all'Anderlecht in Champions League, ma a gennaio torna in patria firmando per il Corinthians. E riprendendosi la casacca con il 7.

2013-14, Alessandro Matri: il 9 passa all'attaccante lodigiano, che torna in rossonero (dove era cresciuto) dalla Juventus, per 11 milioni di euro. L'esperienza dura però soli 6 mesi, nei quali sigla un solo centro in 18 gettoni totali, prima del prestito alla Fiorentina.

2014-15, Fernando Torres: Pippo Inzaghi non ha più il 9, ma è in panchina. Il 9 in campo ce l'ha “El Niño”, giunto a fine agosto in prestito dal Chelsea. Lo spagnolo non si rilancia al Milan, anzi. Un gol in 10 partite e, alla riapertura del mercato, rientro all'Atletico Madrid in uno scambio di prestiti con Alessio Cerci.

2015-16, Luiz Adriano: «Houston, abbiamo un problema con il numero 9». Neppure Luiz Adriano lo risolve. Il brasiliano arriva in rossonero forte di 128 centri in 9 annate allo Shakhtar Donetsk. Rispetto ai predecessori “post Inzaghi” almeno finisce la stagione, comunque poco brillante sul piano numerico: quattro gol in campionato e due in Coppa Italia.

2016-17, Gianluca Lapadula: Luiz Adriano passa al numero 7 (non avrà miglior sorte) e la “gatta da pelare” del 9 se la ritrova il centravanti italo-paraguayano, reduce dal titolo di capocannoniere in B con il Pescara. Vince la Supercoppa di Lega e, rispetto ai predecessori, fa meglio: 8 reti in 29 partite. Ma a fine stagione va al Genoa in prestito con obbligo di riscatto. Fine dell'avventura.

2017-18, André Silva: il 21enne portoghese è uno degli acquisti di punta della munifica campagna acquisti del Milan “cinese”, orchestrata dal duo Fassone-Mirabelli. Al porto vanno 25 milioni. Il ragazzo è micidiale in Europa League (8 gol in 14 gare), ma in campionato è meno utilizzato e realizza appena 2 reti. Risultato? Prestito al Siviglia.

2018-19, Gonzalo Higuain: è il flop più roboante, per il curriculum vitae del Pipita e per l'importanza dell'affare con la Juventus (prestito oneroso a 18 milioni con diritto di riscatto a 36 milioni). Higuain prende la 9 e non fa la differenza. L'emblema della sua breve esperienza è il match di San Siro perso proprio con la Juve, con l'argentino che sbaglia un rigore e poi si fa espellere per proteste. I numeri dicono 8 reti in 22 gare ufficiali, prima del passaggio al Chelsea.

2019-20, Krzysztof Piatek: con il numero 19 un fenomeno, con il 9 un problema. Potremmo sintetizzare così la vicenda milanista del polacco. Esploso nel Genoa, preso dal club rossonero a gennaio 2019 per 35 milioni più bonus, segna a raffica (11 gol in 21 presenze) con il 19. In estate “sfida” la 9 e inizia a soffrire davanti alla porta (5 reti in 20 gare). Oscurato dall'arrivo di Ibrahimovic, viene ceduto all'Herta Berlino.

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