L'anima di Masaniello, il genio di Michelangelo. Pallone al piede, Diego Armando Maradona è stato il più grande. Con quel carisma inebriante, dentro e fuori uno stadio, che solo i parenti stretti degli dèi possono vantare.
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HO VISTO UN RE. Ho avuto la fortuna di conoscere da vicino il Re del calcio, di vivere momenti esaltanti e sciagurati durante i suoi sette anni di romanzo napoletano.
HEATHER PER SEMPRE. Le donne gli piacevano, eccome. Ma impazziva per la bionda ballerina Heather Parisi: quando la conobbe, in tv, fu come vivere un sogno.
ORNELLA DE DIOS. «Esiste un Maradona femmina? Si, Ornella Muti», amava ripetere.
SEMAFORO ROSSO. Andare in auto, a Napoli, con Diego era un'esperienza mistica. Attraversamenti stradali a tutta velocità, non si fermava al semaforo «perché altrimenti succede il finimondo».
I BAMBINI. Il ritiro prima di un Napoli-Juventus? A giocare con i bimbi di un orfanotrofio cui aveva fatto beneficenza. Diego era anche questo.
I LOVE DIEGO. È il nome di una App realizzata 10 anni fa su iPhone insieme ai due videomaker Juan Carlos Laburu e il compianto Gino Martucci, che riprendevano ogni istante della vita di Maradona. Come il tango per conquistare Claudia Villafanes (sposata il 7 novembre 1989 al Luna Park di Buenos Aires davanti a oltre mille invitati) oppure la festa-scudetto sulla nave da crociera o, ancora, la partita a calcetto all'una della notte al Club Virgilio di Posillipo (di proprietà dell'ex centrocampista Gianni Improta), con Diego che dribbla tutti gli avversari. Sombreri, giravolte, finte, controfinte e l'inevitabile gol.
A LETTO CON LA COPPA. Stoccarda, unica Coppa Uefa vinta dal Napoli: il presidente Corrado Ferlaino la mette nel portabagagli dell'auto, direzione Napoli. Ma Diego gliela ruba e dorme con il trofeo nel letto. Al risveglio, felice, esclama: Meglio di una donna, non trovate?».
IL TUNNEL. 1984, amichevole d'agosto, rivolto a un avversario: «Io niño de oro. Tu no tunnel a Niño de oro, claro?».