Io sto con Paulo Fonseca: lasciamolo lavorare. Il vero problema è una rosa incompleta

Io sto con Paulo Fonseca: lasciamolo lavorare. Il vero problema è una rosa incompleta
di Marco Esposito
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Lunedì 26 Agosto 2019, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 16:30

«E' uno Zeman duepuntozero». Oppure: «Non può giocare in questo modo con dei difensori come Fazio e Juan Jesus». «Non mangia il panettore». «Se perde il derby è già finito». Ci siamo: è bastato un pareggio casalingo per mettere il nuovo allenatore della Roma Paulo Fonseca nel mirino del famigerato "ambiente romano". Non una novità. È da dopo la fine dell'era del "primo Spalletti" che chiunque sieda sulla panchina della Roma entra in una sorta di "via crucis" con un percorso ben preciso: da salvatore della patria a "povero incapace" in meno di due anni. È accaduto a Garcia, a Di Francesco, a Spalletti stesso, a Zeman e in realtà anche al direttore sportivo Monchi. 

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Il viatico peggiore per la Roma di Fonseca sarebbe proprio quello di mettere il tecnico sulla graticola dopo soli novanta minuti. E' vero: nella fase difensiva si sono visti errori marchiani, in parte dovuti all'organizzazione della fase difensiva, e in parte a clamorosi ed enormi errrori dei singoli (ma dove va Mancini sul terzo gol del Genoa?). La sensazione, in effetti, è stata che la cattiva organizzazione della Roma, ancora poco compatta tra i reparti, abbia amplificato le insicurezza di Jesus e Fazio, tanto da portare il difensore brasiliano a commettere un rigore in scivolata del tutto evitabile in occasione del gol del 2-2 del Genoa. 

Però va anche detto che nel primo tempo la Roma ha fatto vedere un bel calcio. Una fase offensiva che negli ultimi due anni con Eusebio di Francesco sulla panchina non si era mai vista così brillante e fluida. Ricordiamo che Fonseca allena questa squadra da meno di due mesi e che con il tempo, ne siamo sicuri, riuscirà a trovare quell'equilibrio necessario per ottenere i risultati che la rosa della Roma può ottenere. Basta lasciarlo lavorare sereno, aspetando almeno Natale per esprimere un giudizio completo sull'ex tecnico dello Shaktar. 

E qui arriviamo al nodo centrale della questione: la rosa della Roma. È dal primo giorno che Fonseca chiede un difensore centrale, un giocatore esperto che possa guidare la linea difensiva. E la società, ad una settimana dalla chiusura del mercato. ancora non lo ha comprato. Manolas è stato ceduto al Napoli il 30 giugno: dopo due mesi il suo sostituto non è ancora arrivato. Stesso discorso per  El Shaarawy: venduto lo scorso 8 luglio non è mai stato sostituto nonostante fosse il giocatore più prolifico della rosa.

Ecco, non è preoccupante tanto il lavoro di Fonseca che, anzi, sta facendo intravedere qualcosa di interessante, ma la capacità della società e del diesse Petrachi di completare una rosa che - ad oggi - appare largamente incompleta. Ma, per fortuna, c'è tempo per rimediare. Basterebbero un difensore centrale e un esterno per poter trasformare una stagione in salita, in una in cui ci si può togliere più di qualche soddisfazione.     

 

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