La passione azzurra. Quella che ci ha sempre contraddistinto. E che viene fuori quando c’è di mezzo l’Inno di Mameli. L’attaccamento alla maglia e ai colori è quello che vogliono sempre vedere i tifosi, soprattutto quelli italiani. Che forse però, in alcune circostanze, nemmeno si accorgono del cuore che ci mettono gli azzurri, abbracciati, e negli stadi vuoti, quando cantano prima di ogni partita. E allora arrivano dall’estero gli elogi alla Nazionale: a partire dal vice allenatore della Bosnia, Adnan Custovic, che accorgendosi della carica e della passione che i calciatori fanno vedere ha sentenziato: “L’Italia non vuole lasciare niente al caso. Si vede già da come cantano il loro inno prima della partita”.
FLORENZI:”MOTIVO D’ORGOGLIO”
Alessandro Florenzi, anche stasera con la fascia al braccio nell’ultima partita di Nations League, spiega che “noi per la verità lo cantiamo così da diverso tempo”. “La motivazione, la carica e la voglia – ha continuato il difensore del Psg – con le quali cantiamo, sono le stesse con cui entriamo in campo. Come ho già spiegato è un motivo d’orgoglio e farlo senza pubblico negli stadi ci dà tanta responsabilità: per tutti gli italiani che ci sostengono da lontano e per coloro che magari lottano contro il Covid e non se la stanno passando bene”.
LO STUDIO
Il fatto che chi canta il proprio inno Nazionale poi, in campo, riesce in qualche modo ad ottenere risultati migliori, è stato confermato anche da uno studio del dipartimento di psicologia dell’Università inglese dello Staffordshire durante l’Europeo del 2016. Gli azzurri erano stati portati come esempio virtuoso a differenza della Spagna. C’è però una differenza sostanziale: nell’inno di Madrid non ci sono parole da cantare. Ma alcune volte, per dimostrare quanto ci tieni ad una cosa, non serve nemmeno aprire bocca.