Fonseca: «Sono molto diretto, per i calciatori non è facile accettare le mie verità»

Fonseca: «Nello spogliatoio sono diretto, per i calciatori non sempre è facile accettare le mie verità»
Fonseca: «Nello spogliatoio sono diretto, per i calciatori non sempre è facile accettare le mie verità»
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Venerdì 12 Marzo 2021, 18:49

Dopo il Braga, lo Shakhtar. Paulo Fonseca in Europa per il momento non ha avuto pietà con le sue ex e ieri sera ha messo un piede ai quarti con il 3-0 agli Ucraini. Il tecnico della Roma si è raccontato a un altro ex giallorosso come Federico Balzaretti: «Il mio riferimento principale è Guardiola - ha detto nell'appuntamento Balza incontra Fonseca su Dazn -. Sono anche cresciuto con Mourinho, che ha cambiato il modo di allenare, ha cambiato il senso di leadership nel calcio. A Roma dobbiamo giocare sempre per vincere. Dobbiamo avere sempre questa ambizione. La leadership per me è una cosa molto importante. Io sono sempre molto diretto con i miei giocatori. A volte per il giocatore non è facile accettare la mia verità. Ma penso che sia meglio accettare la chiarezza. Per essere allenatore bisogna avere passione. Svegliarsi e voler sempre andare agli allenamenti e migliorare. Un allenatore non deve mai perdere questa passione».

Il portoghese, che negli ultimi mesi non ha avuto vita facile a Trigoria con il caso-Dzeko, ha raccontato come gestisce le regole all'interno dello spogliatoio: «Sono uguali per tutti.

Ci sono ovviamente diverse personalità e diversi modi di agire. Ad esempio, io so che se urlo con Mancini è il miglior modo per spronarlo. Ma con Spinazzola devo fare diversamente. Poi ho giocatori a cui non ho bisogno di dire nulla. Il feedback positivo per loro è quando li faccio giocare, quando dimostro di avere fiducia in loro».

Fonseca e i concetti di pressione e possesso palla

«Il messaggio che voglio trasmettere è sempre quello di divertirsi - ha detto sul concetto di pressione -. Credo che la squadra ora sia più equilibrata anche a livello di emozioni. Non sono una persona che pensa 24h al calcio. Qui a Roma all’inizio ero sempre preoccupato su quello che faceva la squadra. Ricordo che mia moglie una volta era andata in Ucraina, io sono rimasto qui 15 gg chiuso a studiare tutto per trovare una soluzione. Ora a volte quando sono a casa penso “no, non voglio vedere una partita, voglio vedere un film».

«A me piace che la squadra abbia sempre iniziativa, che abbia la palla - continua Fonseca -. Quando sono arrivato qui in Italia ne ero ossessionato. Adesso per noi sono molto più importanti i momenti di transizione. Per me è il miglior modo di difendere. Mi piace la sensazione di avere il controllo, di creare stress nell’altra squadra per il fatto di non avere la palla. Ma qui in Italia non è facile come in altri campionati. Le squadre si sentono a proprio agio anche senza palla. L’Inter, ad esempio, è una squadra che non ha problemi ad abbassare le linee. Sono molto forti in questo. Io non posso dire lo stesso della mia squadra. La mia squadra quando non ha la palla non è a suo agio». Chiusura con una curiosità di mercato: «Under? Non ho mai detto che non è un gran giocatore, per me è un grandissimo giocatore. Ma per la mia idea di squadra non è l'ideale, come può esserlo per una squadra che gioca diversamente. Qui alla Roma  non hanno mai scelto un giocatore senza la mia opinione».

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