Coronavirus, Gravina: «Non escludo stop alla serie A in caso di calciatore positivo»

Zone rosse e giocatori contagiati, ecco cosa spaventa la serie A
​Zone rosse e giocatori contagiati, ecco cosa spaventa la serie A
di Emiliano Bernardini
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Marzo 2020, 15:12 - Ultimo aggiornamento: 17:28

La serie A riparte tra mille incertezze. La testa è al campo ma le orecchie sono tutte alle notizie e ai provvedimenti che potrà prendere il governo legati all'emergenza coronavirus. Le porte chiuse al virus potranno bastare? E' questo l'interrogativo che rimbalza da più parte. La Lega di A vive alla giornata. Non potrebbe essere altrimenti. Portare avanti il campionato in queste condizioni è già di per sé un mezzo miracolo. Giovedì nella sede di via Rosellini andrà in scena un'Assemblea per capire come poter proseguire. 

Sono due le domande che spaventano i venti presidenti di serie A

1) Cosa succede se un calciatore viene trovato positivo al Coronavirus?

Scatterebbero immediatamente tutte le misure stabilite dal decreto. Il giocatore in questione verrebbe messo in quarantena e con lui tutta la squadra compresi staff e dirigenti che hanno avuto contatti anche indiretti. Tutti verrebbero sottoposto ad un tampone. Inoltre le squadre che hanno sfidato il club del calciatore positivo sarebbero sottoposti ad un trattamento simile. Risultato? il campionato non si potrebbe concludere. Di fatto verrebbe interrotto con tutte le conseguenze del caso. Questo perché la serie A non può permettersi altri stop a causa di un calendario fitto d'impegni e stretto nei paletti dell'Europeo. Europeo che resta a forte rischio visti i problemi che stanno riscontrando anche le altre nazioni.

«Dobbiamo essere realisti, c'è anche la possibilità, il rischio reale che qualcosa di questo tipo esiste. Adotteremo in quelle circostante tutti i provvedimenti necessari per garantire prima la tutela dei nostri atleti e poi capire che cosa si può fare e che impatto può avere sulla competizione sportiva. Non possiamo escludere nulla né possiamo azzardare ipotesi che oggi non riusciamo ancora a prevedere». Lo ha affermato il presidente della Figc, Gabriele Gravina.

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2) Nel caso in cui una città in cui è presente una delle 20 squadre di serie A venga dichiarata zona rossa, cosa succede?

La domanda è pertinente visto che l'ipotesi dell'allargamento delle zone rosse è al vaglio del governo. Per prima cosa dobbiamo analizzare cosa stabilisce il decreto. 

a) Per le aree interessate dal contagio sono previsti il divieto di allontanamento e di accesso, la quarantena per chi ha avuto contatti stretti con casi confermati di malattia e la sospensione  delle  attività. Inoltre eventi e competizioni sportive di ogni ordine e disciplina sono sospesi in luoghi pubblici e privati in tutti i comuni luogo di contagio. Resta consentito lo svolgimento di eventi e partite, nonché allenamenti, a porte chiuse nei comuni diversi da quelli della zona rossa del contagio.

Facciamo un esempio concreto: Se Bergamo (al momento è escluso) dovesse essere inserita tra le zone rosse l'Atalanta sarebbe impossibilitata a giocare al Gewiss Stadium ma per assurdo potrebbe continuare ad allenarsi a Zingonia (sempre che non diventi anche questa zona rossa), distante 20 km da Bergamo. Di fatto, come succede per le gare di Champions l'Atalanta giocherebbe in campo neutro. Di fatto giocherebbe a San Siro. Un ulteriore problema per il calendario vista la presenza anche di Inter e Milan. Si potrebbe scegliere anche un altro stadio da concordare con Lega e Figc. L'ipotesi estrema che porterebbe allo stop del campionato è quella che vedrebbe tutta la Lombardia come zona rossa. Con quattro squadre presenti, Inter, Milan, Atalanta e Brescia sarebbe impossibile risucire a trovare una soluzione. 

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