Carlo Mazzone, 20 anni da quella folle e celebre corsa sotto la curva dell'Atalanta VIDEO

Emblema di un calcio genuino, lontano anni luce da quello fatto dai diritti tv, dai petroldollari e dalla telecamere. Un gesto folle e sanguigno impresso nella memoria di tutti

Carlo Mazzone, 20 anni da quella folle e celebre corsa sotto la curva dell'Atalanta
Carlo Mazzone, 20 anni da quella folle e celebre corsa sotto la curva dell'Atalanta
di Niccolò Dainelli
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Giovedì 30 Settembre 2021, 14:43 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 20:15

30 settembre 2021. Esattamente  20 anni fa andava in scena l'episodio che ha fatto storia in Serie A. Sono passati 20 anni da quella pazza e rabbiosa corsa di Carletto Mazzone sotto la curva degli ultras atalantini. Una scena indimenticabile.

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Carlo Mazzone, allora tecnico del Brescia, alla rete del pareggio per 3-3 si scatena e fugge verso quel settore ospite che lo aveva insultato per tutta la partita anche perché romano. Una corsa diventata il simbolo di un calcio genuino che, probabilmente, adesso non potrebbe più accadere. 

Quella corsa folle, fatta da un personaggio schietto e autentico, in un clima infuocato di un calcio che non esiste più a favore di telecamere, miliardi e diritti televisivi. Sono passati 20 anni da quegli istanti di follia allo stadio Rigamonti di Brescia. Da quel gesto indimenticabile e clamoroso fatto da un allenatore sanguigno. Un gesto fatto in un derby lombardo tra Brescia e Atalanta che non potrà mai essere dimenticato. Una corsa che a distanza di 20 anni continua a far discutere, ma anche appassionare ad uno sport, il calcio, che quasi sicuramente non vivrà più un episodio del genere.

I fatti andarono così. Nella bolgia di un Rigamonti tutto esaurito per un sentitissimo derby fatto di campanilismo di provincia, il Brescia di Carletto passa in vantaggio con una rete di Roberto Baggio. L'Atalanta, però, ribalta il risultato con le reti di Sala, Doni e Comandini, tutte nel primo tempo.

Nella ripresa partono cori pesanti nei confronti di Mazzone, da sempre beccato dai tifosi della Dea perché romano e romanista. Baggio, però, riapre la partita.

Il Brescia è a un passo da riacciuffare il pareggio e la promessa di Mazzone, assume tutto un altro significato, a dati acquisiti.

Roberto Baggio segna il 2-3 e Mazzone non esulta nemmeno. Si gira verso il settore ospiti e grida: «Mo’ se pareggiamo vengo da voi…». Il tempo scorre e quella promessa sembra restare incompiuta. Ma l'Atalanta e i suoi tifosi non avevano fatto i conti con il divin Codino. Nei minuti di recupero Baggio pennella una punizione perfetta siglando la tripletta personale che fa impazzire Carletto Mazzone e tutto il Rigamonti.

Mazzone è incontenibile e, come da promessa, inizia quella folle corsa sotto il settore ospiti che tutti noi abbiamo ancora viva nella mente. Scatta come una furia dalla panchina, adesso i giovani lo paragonerebbero a Marcell Jacobs. Due dirigenti lo inseguono, ma lui doveva sfogare la rabbia accumulata in quei 90 minuti e viene raggiunto solo quando è sotto gli ultras bergamaschi, senza paura, solo con il suo pugno al cielo contro il muro di atalantini.

Carletto Mazzone resterà per sempre «quello della corsa sotto la curva nerazzurra». Non si è mai pentito di quel gesto sanguigno e genuino e dichiarerà che lo rifarebbe altre 100 volte. Carletto è così. Uno autentico che a distanza di 20 anni, nonostante sia in pensione, fa ancora parlare di sé e di quella follia, di quel coraggio che nel calcio moderno non vedremo più.

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