Calcioscommesse, spuntano i pizzini
dei boss della Sacra Corona Unita

Calcioscommesse, spuntano i pizzini dei boss della Sacra Corona Unita
di Ernesto De Franceschi
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Giovedì 21 Maggio 2015, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 14:02
MILANO - Pizzini, come da codice mafioso. «Se ci beccano, ci arrestano», era scritto in uno dei foglietti trovati dalla polizia nel corso delle perquisizioni effettuate contestualmente all'esecuzione dei 50 fermi disposti dalla Dda di Catanzaro per il calcioscommesse.





Pizzini con quote, nomi di squadre e modalità di giocate gestite dalla 'Ndrangheta. Scandagliati tablet e smartphone di calciatori e dirigenti finiti nella rete. Le trattative per organizzare le combine avvenivano anche tramite sms, in particolare via WhatsApp.

E ci sono almeno altre cinque partite che sarebbero state combinate, anche in serie B con cifre fino a 150 mila euro.



Gare che riguarderebbero almeno 3 squadre: Benevento, Ascoli e quella Salernitana di proprietà di Claudio Lotito, promossa direttamente in serie B dopo aver vinto il girone C di Lega Pro.

Furiosa la replica dello stesso patron, che viene citato a sua insaputa in alcune intercettazioni: «Io parlo con i fatti: vado avanti come un treno sulla strada del lavoro e dei risultati. Tutto queste bugie non mi interessano. La Salernitana? I pizzini? Ma non scherziamo...».



E ci sono anche uomini vicini alla Sacra corona unita nelle carte della Dda di Catanzaro. Il 2 aprile scorso a Gatteo in Romagna, in cui tra boss avrebbero sequestrato uno scommettitore albanese dopo un pestaggio, per un presunto debito di 160mila euro.

Parole in codice per non farsi capire. «.. la cosa .. sui 150 .. tieni presente che è .. oh lo sai... Ferrari... quindi non è che stiamo parlando di..».



Non si riferiva ad auto di lusso il direttore generale «di fatto» della Pro Patria Mauro Ulizio mentre al telefono, senza sapere di essere intercettato, parlava con Fabio Di Lauro, l'ex calciatore e imprenditore, indicato dagli inquirenti come il rappresentante in Italia degli interessi dei «signori» delle scommesse dell'Est Europa. La «Ferrari» in questione era la combine della partita di Coppa Italia tra Sassuolo e Pescara.



E dal presidente della Repubblica, prima della finale di Coppa Italia, arrivano parole affilatissime. «Il divario tra questi fenomeni che vengono denunciati e che periodicamente affiorano e la passione con cui tanta gente segue il calcio fa indignare: per questo serve severità e rapidità».
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