Coppe, dietrofront Uefa dopo 54 anni: addio al gol in trasferta che vale doppio. Ceferin: oramai non si andava più all'attacco

pallone_gol_trasferta
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di Mario Fabbroni
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Venerdì 25 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:45

Fu una regola rivoluzionaria: il gol in trasferta che vale doppio. Fino alla stagione 1967-1968, infatti, quando due squadre finivano in parità - di reti segnate - le loro sfide di Coppa (quindi sia in casa che in trasferta), per stabilire il passaggio del turno era necessaria una terza partita: quella che tutti chiamavano “la bella”. 
Invece nel 1965 (applicata dal 1967) arrivò la novità: far valere doppio (nel conteggio complessivo delle reti) quelle segnate sul campo casalingo degli avversari. Che - specie in certi stadi molto “caldi” - era una vera impresa. L’innovazione ebbe immediato successo, poiché già nel primo turno di Coppa Campioni i portoghesi del Benfica eliminarono i nordirlandesi del Glentoran grazie al gol esterno dell’andata, messo a segno da Eusébio (1-1 e 0-0).
Ora invece l’Uefa ha deciso che il gol in trasferta torna ad essere un gol come tutti gli altri: niente valore doppio, non si qualificherà al turno successivo la formazione che ha segnato di più fuori casa.
La nuova direttiva risolve così la questione: “Se le due squadre segneranno lo stesso numero di gol nel computo della doppia sfida, l’incontro proseguirà con due tempi supplementari da 15 minuti ciascuno e, se necessario, con i calci di rigore”. Va detto che in effetti, dopo l’iniziale entusiasmo per il gol “doppio”, sono stati proprio i calci di rigore (introdotti negli Anni Settanta) a decidere la maggior parte delle partite in bilico tra andata e ritorno. 
«L’impatto della regola ora va contro il suo scopo originale perché, di fatto, dissuade le squadre di casa dall’attaccare (specialmente nell’andata), per il timore di concedere un gol che darebbe agli avversari un vantaggio cruciale», spiega il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin. 
Con la cancellazione della norma, i gol in trasferta negli scontri diretti vengono inoltre rimossi dai criteri usati per determinare la classifica quando due o più squadre sono a pari punti nella fase a gironi.

Niente più calcoli, strategie d’attacco, difese strenue: d’ora in poi diventeranno più difficili rimonte come quelle del Deportivo La Coruna col Milan o della Roma con il Barcellona.

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