Diritti tv, la Serie A rischia di non andare più in onda

Diritti tv, la Serie A rischia di non andare più in onda
Diritti tv, la Serie A rischia di non andare più in onda
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Giovedì 3 Maggio 2018, 20:31 - Ultimo aggiornamento: 20:32
MILANO - La serie A e di conseguenza i suoi milioni di tifosi da agosto rischiano seriamente di rimanere senza le partite in tv. Non accenna a dirimersi la battaglia legale fra Sky e Mediapro, assegnataria dei diritti per i prossimi tre anni, tiene in apprensione la Lega Serie A. Molto dipende dall'udienza a porte chiuse di domani alle 10 davanti al presidente della Sezione impresa del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, che il 16 aprile ha sospeso in via cautelare il bando di Mediapro, accogliendo il ricorso d'urgenza di Sky, secondo cui va verificata l'aderenza dell'invito a offrire alle leggi italiane (contesta in particolare l'assenza di prezzi minimi e pacchetti in base ai quali gli spagnoli agirebbero non da intermediari ma da operatori della comunicazione).

In questi casi il giudice può confermare l'ordinanza di sospensione, revocarla o modificarla: da quanto si è appreso, dopo l'udienza si riserverà e la decisione potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni. Anche se non è esclusa, in linea teorica, la possibilità delle parti di chiedere un rinvio dell'udienza. A poco più di tre mesi dall'inizio del campionato non si sa ancora dove e come saranno trasmesse le partite, e per la Lega è in bilico l'accordo da oltre 3 miliardi di euro in 3 anni con Mediapro. Gli spagnoli hanno versato l'anticipo di 50 milioni più Iva, subordinando però la presentazione della fideiussione da 1,2 miliardi all'esito delle causa civile. Potrebbe portare a un nuovo bando, e Sky ha prospettato un'offerta «importante» (750-800 milioni), a cui potrebbero aggiungersi quelle di Tim e Perform, mentre sembra essersi defilata Mediaset. Difficilmente basterebbe a raggiungere il miliardo e 50 milioni a stagione investiti da Mediapro, che di fronte a uno stop del Tribunale potrebbe provare a convincere i club (servono 14 voti) a virare sul canale tematico, da sempre la soluzione privilegiata della società catalana.

Così i diritti tv del campionato sono diventati il tema clou dell'assemblea di Lega di lunedì prossimo a Roma, inizialmente convocata per completare la governance. Il commissario Giovanni Malagò e il presidente Gaetano Miccichè avrebbero fatto passi avanti per scremare le candidature per le varie poltrone, ma anche su questo fronte regna ancora l'incertezza.
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