Cassano difende Spalletti e attacca Totti: «Tra vent'anni sarà dimenticato. De Rossi cento volte più romanista di lui»

Cassano difende Spalletti e attacca Totti: «Tra vent'anni sarai dimenticato»
Cassano difende Spalletti e attacca Totti: «Tra vent'anni sarai dimenticato»
di Francesco Balzani
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Martedì 26 Ottobre 2021, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 14:53

Un attacco insensato e inaspettato. Antonio Cassano, in diretta sulla 'Bobo TV', ha detto la sua sulla questione Spalletti-Totti difendendo il tecnico e prendendo di mira il suo ex capitano: «È una vergogna aver sentito i fischi contro il Napoli, un allenatore che ha amato Roma e ama Roma, ha fatto cose divine. E perché? Perché ha fatto smettere Totti? Non è normale, mi fa diventare matto questa cosa».

«Quindi mi state dicendo che Totti ha smesso quando Spalletti non lo faceva giocare? Non parliamo da tifosi come gli altri. Io ho giocato a Roma, conosco la situazione. Per me è uno scandalo, lo dico a malincuore perché io mi sono trovato divinamente lì, mi amavano follemente. E’ tutto venuto fuori con Spalletti che non faceva giocare il ‘Pupo'».

Poi rincara la dose: «Spalletti faceva le scelte e anche quando è tornato ha portato la Roma in Champions. Il tifoso deve pensare al bene della Roma, non meritava neanche un fischio ma solo ovazioni. Tra 20 anni Totti sarà dimenticato, eterni sono i Messi, Maradona, Crujff. Una volta c’era Conti, poi Totti, magari ci sarà Pellegrini. Anche De Rossi era capitan futuro, ma Daniele quasi è andato nel dimenticatoio anche se per me è in eterno».

«Io in 20 anni non ho mai mai visto uno così attaccato alla Roma, l’ho visto piangere dopo un derby perso.

Totti teneva alla Roma? De Rossi 100 volte di più. Totti è romanista, De Rossi di più, se lo tagli, il sangue esce romanista. Quello che è stato fatto con Spalletti l’altro giorno è stato sbagliatissimo e non lo meritava». Si rompe la pace tra l’ex campione affermato e quello che non è riuscito a esserlo anche a causa di uscite come questa. Un Cassano che dimentica i primi anni di Roma, quelli in cui Totti lo fece adottare dalla sua famiglia prendendolo sotto l’ala protettrice.

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