Alex Schwazer, archiviata l'accusa di doping: «Le urine furono alterate». Iaaf e Wada sotto accusa

Schwazer, archiviata l'accusa di doping: «Le urine furono alterate»
Schwazer, archiviata l'accusa di doping: «Le urine furono alterate»
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Giovedì 18 Febbraio 2021, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 16:45

«Archivazione per non aver commesso il fatto». Così il Tribunale di Bolzano pone fine al processo di primo grado per doping al marciatore azzurro Alex Schwazer. Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di «opacità» da parte di Iaaf e Wada nelle analisi che portarano alla positività e alla squalifica del marciatore, e rilancia dure accuse contro le due associazioni. Il giudice ritiene «accertato con altro grado di credibilità» che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l'atleta positivo.

 

IL CASO

È stata probabilmente la corsa più lunga ed estenuante della sua vita.

Ma Alex Schwazer ora può tornare a sorridere davvero. Il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha disposto infatti l’archiviazione del procedimento penale a carico del marciatore nell'ambito del processo per doping per «non aver commesso il fatto». Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di «opacità» da parte di Iaaf e Wada nelle analisi che portarano alla positività e alla squalifica del marciatore, e rilancia dure accuse contro le due associazioni.

Il giudice ritiene «accertato con altro grado di credibilità» che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l'atleta positivo. La sentenza permetterà all'ex campione olimpico di rivolgersi alla Corte Federale Svizzera per annullare la squalifica fino al 2024 inflitta dal Tas di Losanna. Schwazer era risultato positivo a un controllo antidoping a sorpresa nel 2016. Seguì una squalifica di 8 anni, nonostante l'atleta si sia sempre professato innocente, negando di aver fatto uso di sostanze dopanti in quel periodo, dichiarandosi vittima di un complotto. A differenza de 2012, quando invece ammise la violazione del regolamento.

DURE ACCUSE

«Falso ideologico, frode processuale e diffamazione»: sono questi i reati che il gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ipotizza nei confronti di chi avrebbe manipolato le provette di Alex Schwazer, nella sentenza sul processo doping nella quale la posizione del marciatore è archiviata per «non aver commesso il fatto». Il giudice, che parla di «autoreferenzialità» della federazione mondiale di atletica (Iaaf) e dell'agenzia mondiale antidoping (Wada), di manipolazione delle provette, di macchina del fango, rimette gli atti al pm invitandolo a indagare su quei reati.

Alex Schwazer ha appreso la notizia dell'archiviazione dell'inchiesta doping mentre si stava allenando. Lo racconta il suo legale Gerhard Brandstaetter, «il giudice ha approfondito la questione in maniera straordinaria. La soddisfazione ovviamente è grande, perché abbiamo lottato anni per questo». Al più presto Schwazer si attiverà a livello di giustizia civile, ma anche sportiva per una revoca della squalifica. «Motivazioni di questa portata di un giudice penale di certo vanno prese in considerazione», sottolinea Brandstaetter.

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