Lia Thomas, la nuotatrice trans punta alle Olimpiadi e scuote gli Usa. Tra i contrari c'è anche Phelps

Lia Thomas, la nuotatrice trans punta alle Olimpiadi e scuote gli Usa. Tra i contrari c'è anche Phelps
Lia Thomas, la nuotatrice trans punta alle Olimpiadi e scuote gli Usa. Tra i contrari c'è anche Phelps
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 19:41 - Ultimo aggiornamento: 21:27

Perché Lia, questo è il nome femminile, ha deciso di combattere la propria battaglia? Non per le vittorie o i record, assicura. Una parte di lei voleva che le persone conoscessero il suo percorso, sapessero cosa si prova a stare in un corpo ma non appartenegli, com'era vivere finalmente una vita autentica e cosa significava finire una gara, guardare un tabellone dei tempi e vedere il nome Lia Thomas accanto a quelli di altre donne.

La storia di Lia - oggi 22enne, che nel 2017 aveva iniziato a gareggiare con i maschi alla Pennsylvania State University e dal 16 marzo sarà in piscina, ad Atlanta, ai campionati di nuoto e tuffi della divisione I femminile della NCAA (National Collegiate Athletic Association) - è raccontata da Sport Illustrated con una lunga intervista, ed è emblematica di un bivio di fronte al quale si trova tutto lo sport mondiale, come dimostrano le polemiche sulla sollevatrice neozelandese, Laurel Hubbard, e la riscrittura delle regole Cio: quali sono le regole per le quali un atleta uomo divenuto donna può competere in gare femminili? E, in caso, le rivali sono svantaggiate? È ad esempio, in generale, la convinzione di Martina Navratilova, storica testimonial dei diritti omosessuali, e nel caso specifico anche di Michael Phelps.

E la vita di Lia Thomas, in vasca e fuori, è tutta una sfida alle convenzioni: «Voglio mostrare ai bambini trans e agli atleti trans più giovani che non devono scegliere tra chi sono e lo sport che amano».

Già promettente nel nuoto di fondo a stile libero come maschio, da donna ha battuto diversi record della Ivy League. Un predominio che ha suscitato forti proteste, non solo tra i genitori degli altri nuotatori della Penn State, ma anche da voci esterne, come quella di Phelps.

 

Con il morale su un toboga - tra momenti di euforia, come quando ha trovato il coraggio di fare coming out con i genitori Bob e Catherine, e di profonda depressione, temendo il confronto con le persone che potevano rifiutarla, a cominciare dagli allenatori - Lia racconta di aver iniziato la terapia ormonale a maggio 2019, sostenuta dal fratello Wes (anche lui in acqua, con i Penn Quakers Swim Team), «sapendo e accettando che avrei potuto non nuotare di nuovo». Quasi subito «mi sono sentita meglio mentalmente e più sana nel fisico».

Ha fatto coming out con i suoi allenatori durante il suo anno da junior e lo staff tecnico della Penn l'ha immediatamente appoggiata. Le regole della NCAA consentono agli atleti di cambiare categorie di genere, ma Thomas aveva bisogno di un anno di terapia ormonale prima di poter competere contro altre donne. Il nome Lia lo ha scelto la mamma e così Lia Catherine Thomas ha iniziato a usare il suo nuovo nome a Capodanno 2020: «E' una pietra miliare in un lunghissimo processo di transizione, una sorta di rinascita». Mentre il Covid minacciava di interrompere la stagione 2020-'21, Thomas ha ricominciato ad allenarsi con i 'quaccheri' di Penn alla fine dell'estate 2021. A quel punto era in terapia ormonale da poco più di due anni, notando che la sua forza non era la stessa. Impossibile tenere i ritmi precedenti, ma contro le donne era ancora molto veloce.

Alla fine dello scorso anno ha iniziato a collezionare vittorie e primati universitari finché, il 5 dicembre, alcuni genitori della squadra hanno inviato una lettera - non firmata - alla NCAA chiedendo che Thomas fosse dichiarato non idoneo a competere con le donne perché «era in gioco l'integrità degli sport femminili». La NCAA non ha risposto, ma ha delegato la decisione alla USA Swimming, la federazione nazionale di nuoto. A inizio febbraio questa ha stabilito che le atlete transgender per gareggiare devono dimostrare a una commissione indipendente di non avere alcun vantaggio competitivo, oltre a mantenere un livello di testosterone inferiore a 5 nanomoli per litro di sangue per 36 mesi consecutivi. Così Thomas sarebbe stata esclusa dai campionati della Ivy League, ma la NCAA ha deciso di non avvalersi del regolamento della federazione nuoto e di mantenere invece il proprio. Ma a metà marzo il problema potrebbe riproporsi. 

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