Se si guarda agli anni ’20 del secolo scorso negli Stati Uniti d’America, il pensiero focalizza almeno tre elementi: l’old jazz, il proibizionismo e i gangster. Ma sono anche gli anni in cui le donne riescono finalmente a godere di uno stato di parità tra i sessi sia sociale che politico grazie al diritto di voto concesso per la prima volta nel 1920. È comunque il fermento musicale a suscitare grandi entusiasmi, con il conseguente sviluppo dell’industria dell’intrattenimento e delle sale da ballo dove ad impazzare è il Charleston.
Ed è proprio ambientato in quel periodo lo spettacolo “Stanno sparando sulla nostra canzone” con Veronica Pivetti, in scena oggi al Teatro Comunale di Nardò, domani al Teatro Vignola di Polignano a Mare e dopodomani al Politeama Italia di Bisceglie.
La vicenda si svolge appunto in America, nei mitici anni Venti, in pieno proibizionismo con la presenza invadente della malavita organizzata. «I baci e gli abbracci non sono più sconsigliati, l’epidemia di spagnola è un lontano ricordo - si legge nelle note - in ogni pentola, o quasi, frigge quel che passa il convento, ma anche una bella manciata di futuro fresco e incontaminato. Gli scampati corteggiano le sopravvissute. Le sopravvissute si danno alla pazza gioia e sanno che la speranza è l’ultima a morire».
Jenny Talento, fioraia e venditrice d’oppio
Protagonista di questa black story è Veronica Pivetti, in arte Jenny Talento, fioraia e venditrice d’oppio by night, che finisce col cedere alle avances di un giovane e inesperto giocatore di poker, Nino Miseria. La voglia di risorgere, dopo gli anni della pandemia, soffia sulla passione, e Jenny si lascia trascinare in un mondo perduto fatto di malavita, eccessi, amore e gelosia. Fino a quando il gangster più temuto della città, Micky Malandrino, non pretende da lei la restituzione di un vecchio debito contratto dal suo amante.
«Uno spettacolo incalzante dalle atmosfere retrò, travolte e stravolte da un allestimento urban, spolverato dai fumi colorati delle strade di Manhattan, da occhiali scuri, mitra, calze a rete, scintille e canzoni».
La black story musicale è di Giovanna Gra, che cura anche la regia assieme a Walter Mramor, mentre le musiche sono di Alessandro Nidi. Sul palco, con Veronica Pivetti, Cristian Ruiz e Brian Boccuni.
"Un piccolo grande miracolo pieno di idee"
«Questo spettacolo è un piccolo e grande miracolo pieno di idee, e di idee molto originali e sorprendenti - sottolinea la Pivetti - sono molto soddisfatta perché accanto a me ci sono due ottimi interpreti e, cosa più importante, c’è una grande intesa sul progetto. E mi piace l’idea di poter interpretare a modo mio alcune meravigliose canzoni che amo da sempre».
«Ho scritto questa black story in pieno lockdown - ricorda invece Giovanna Gra - in un momento dove l’amore e i sentimenti hanno sofferto molto. L’ambientazione negli anni Venti richiama i nostri anni Venti, un secolo dopo. La spagnola da una parte, la pandemia dall’altra. La condizione della donna che anche ai giorni nostri è ancora vittima di troppi abusi. Per raccontarla però ho pensato a una chiave diversa. Lo spettacolo è molto musicale, molto hard, e ha molto ritmo».
Un periodo di super impegno, dunque, per la Pivetti che ha appena concluso al Parioli di Roma il progetto “Nessun Dorma - invito all’opera”, un racconto teatrale brillante sulla vita e le opere dei grandi compositori italiani.
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