Che succede se un supereroe, dal suo mondo action-fantasy, si ritrova catapultato in un altro genere di spettacolo? Quali frontiere narrative si possono esplorare costringendo un androide che sa volare e attraversare i muri e un’eroina che fa fluttuare gli oggetti nel formato 4/3 di una sit-com americana anni ‘50, con tanto di risate del pubblico e spot parodiati?
Da venerdì Disney+ renderà disponibili i primi due episodi della serie WandaVision, nuovi appuntamenti in streaming frutto dell’incontenibile espansione del cosiddetto Universo Cinematografico Marvel i cui protagonisti sono, appunto, Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) e Vision (Paul Bettany), personaggi tra i meno esplorati della cosmogonia degli Avengers.
Aprendo sentieri inediti nel racconto delle avventure Marvel, WandaVision cala i suoi eroi in una quotidianità in cui la vera sfida è non bruciare la cena, altro che battaglie apocalittiche, e proprio per questo posta a distanze siderali dall’immaginario cinematografico cui siamo assuefatti nel nuovo millennio.
Ma nel duettare con gusto tra equivoci, goffaggini e vicini molesti, Wanda e Vision, appena arrivati nel quartiere di Westview – la classica periferia americana idealizzata - vedono (e fanno) accadere cose strane, mentre intorno pullulano segnali misteriosi e avvenimenti che scatenano molte domande...
«Creare WandaVision – ha detto Matt Shakman, regista dei nove episodi della serie, in una conferenza stampa globale - è stato come unire le vecchie sit-com alla Dick Van Dyke con Ai confini della realtà, sperimentare cosa succede se in una sit-com fai irrompere elementi strani e misteriosi». Il formato, lo stile e il linguaggio della serie evolvono con il procedere degli episodi, come a percorrere, in un solo programma, varie epoche della tv e rendere omaggio alla sua storia.
«Il nostro obiettivo era proprio riprodurre fedelmente le atmosfere della sit-com dagli anni ‘50 in poi – ha spiegato Shakman - Prodotti molto diversi tra loro in cui naturalmente cambiano dialoghi, movimenti, stile della recitazione», il che ha rappresentato una prova interessante anche per gli attori. «Non potevo arricciare il naso – ha detto ridendo Wanda/Elizabeth Olsen citando Vita da strega - perciò ho dovuto trovare qualcosa di diverso che fosse appropriato. Ma WandaVision, alla fine, è la storia di due persone che cercano di ambientarsi in un luogo nuovo e di non sentirsi diversi dagli altri».
«Nei film dedicati agli Avengers dell’amore tra questi due personaggi – ha sottolineato la sceneggiatrice Jac Schaeffer - conosciamo soprattutto fatti tragici: volevamo dar loro un palcoscenico e raccontarne i momenti di quotidianità e mentre si fanno gesti di tenerezza». Nuovi scenari e nuovo pubblico per i Marvel Studios.
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