Storie Italiane, Giovanni Terzi parla della sua malattia: «A dicembre mi diranno se devo fare il trapianto di polmoni. Simona Ventura? La mia roccia»

Storie Italiane, Giovanni Terzi parla della sua malattia: «A dicembre mi diranno se devo fare il trapianto di polmoni. Simona Ventura? La mia roccia»
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Martedì 14 Settembre 2021, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 17:55

Giovanni Terzi ospite a Storie Italiane è stato intervistato da Eleonora Daniele dopo che lui stesso, qualche settimana fa, ha ammesso di avere una grave malattia genetica che ha colpito i suoi polmoni e che si è complicata dopo aver preso il Covid. La sua è la stessa malattia che avave la mamma e che lo ha messo di fronte a una serie di problemi e complicanze che oggi è pronto ad affrontare e raccontare.

Il compagno di Simona Ventura rivela in tv. «Il fatto di raccontarlo diventa terapeutico per me perché fa sì che io l'affronti», esordice, spiegando alla Daniele di essere felice di poter parlare con lei della malattia. «Dopo una serie di analisi ho scoperto di avere una malattia genetica che ho ereditato da mia madre, fino ad allora non ne sapevo nulla, a un certo punto si è accesa e ha iniziato ad uccidere la respirazione e il mio polmone.

Si tratta di una malattia degenerativa che devo curare con medicine che però mi hanno creato anche altri problemi come il diabete». La scoperta è avvenuta qualche mese fa, durante una passeggiata in montagna dove ha notato forti problemi di respirazione.

Non è stato facile all'inzio confessa Terzi: «Ho avuto un momento molto duro, ho pensato che in un periodo in cui era tutto a posto è comparsa la malattia. Ho affrontato tutto con Simona e poi dopo è partita la speranza, io sono convinto che riusciremo ad evitare di arrivare al trapianto di polmoni. Ci sono cose a cui non voglio guardare, aspetti di questa malattia a cui non voglio pensare, sto facendo di tutto per evitare alcune cose, come di andare in giro con l'ossigeno, e spero di farcela».

Sulla sua condizione mantiene un certo ottimismo: «Mi reputo un uomo fortunato. Ogni mese vado in ospedale e mi danno la terapia, sono cure monoclonali e possono dare complicazioni fastidiose, ma io non ho avuto nulla, se non le avessi tollerate sarebbe stato un problema. A dicembe mi diranno se queste cure riescono ad arrestare la malattia o se bisognerà fare un possibile trapianto». Poi parla del Covid: «Quando abbiamo preso il virus, prima Simona e poi io, mi sono molto preoccupato, mi hanno subito portato in ospedale per degli accertamenti, ma il fatto di aver già iniziato delle cure ha tamponato la situazione».

Eleonora gli chiede se ha provato rabbia quando ha scoperto quello che sarebbe successo, a maggior ragione che conosceva la malattia, avendola combattuta in passato insieme alla sua amata mamma: «All'inizio ho pianto tantissimo e forse era anche rabbia, ma adesso niente, penso che ho una vita fantastica e credo che ogni giorno della mia vita vale 100 giorni normali». Oggi, ribadisce, crede che il senso profondo sia amare, amare la famiglia, le persone sul lavoro. Questa è la vera carica e la vera energia. 

Poi parla della sua storia con Simona Ventura: «Simona ha ridato progetto alla mia vita, ha dato senso a tutto, facciamo fatica a staccarci, stiamo così bene con i nostri ragazzi. Nella malattia mi è stata sempre vicino, come una roccia, Lei ha tenuto botta sempre. In alcuni momento mi ha fatto capire la sua preoccupazione, ma lei riesce a sedarmi, non a farmi aumentare le paure».

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