Sara Manfuso choc a Storie Italiane: «Abusata a 17 anni nell'androne di un palazzo»

L'ex modella e compagna dell’esponente del Pd, Andrea Romano, ha raccontato l'incubo vissuto quando era una ragazzina. L'uomo non è stato mai preso

Sara Manfuso a Storie Italiane: «Abusata a 17 anni nell'androne del palazzo, le mie urla inascoltate»
Sara Manfuso a Storie Italiane: «Abusata a 17 anni nell'androne del palazzo, le mie urla inascoltate»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Dicembre 2021, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 13:16

Sara Manfuso, ex modella e compagna dell’esponente del Pd, Andrea Romano, ha raccontato a Storie Italiane gli abusi subiti quando era ragazzina al rientro da scuola: «La mia ferita non è mai diventata cicatrice. Avevo 17 anni, ero in pieno giorno, uscivo da una mensa, ero ora di pranzo, stavo tornando a casa. Vicino al portone trovo un uomo con un berretto e un occhiale da sole, e perchè questi dettagli sono utili, quello è un uomo che mi ha praticato violenza ed era forse una violenza premeditata, sapeva i miei orari, le mie abitudini, e mi aspettava». 

Leggi anche > Valeria Marini, la mamma a Storie Italiane: «Truffata e derubata, cosa aspetta la giustizia?»

Sara Manfuso a Storie Italiane

«Vado per entrare nel palazzo - ha raccontato -  ero 17enne ero “grande” ormai, lui mi segue e perchè non farlo entrare? Poteva andare a casa di qualcuno. Entra, prima gradini, ricordo tutto come se fosse ieri, vado verso l’ascensore, mi sento questa mano che mi tappa la bocca, aveva già i pantaloni scesi ed era già pronto a consumare. Ricordo il gelo, in quei momenti sei paralizzato dalla paura, non so chi ringraziare, forse la mia forza, gli morsi la mano, affondai i denti nella mano, ed ebbi la forza di urlare ma nessuno reagì a quelle urla, nessuno uscì fuori».

Sara Manfuso a Storie Italiane

«Poi - continua il racconto - siamo andati a denunciare ma non l’hanno mai individuato. Venivo regolarmente chiamata in commissariato per varie foto segnaletiche ma non c’era mai lui. Io avevo paura di incontrarlo di nuovo e una volta in treno mi sembrava di averlo visto e non hai idea di quanto ho vissuto, ho risentito il gelo. Avevo il terrore che mi accompagnava ma forse questo alterava la mia percezione perchè dopo aver vissuto una violenza pensi che possa accadere di nuovo. Ti ritrovi a sospettare di chiunque anche di una persona che incroci sotto casa, ho avuto serie difficoltà dopo, forse le ho ancora chissà, a recuperare la fiducia nell’interazione con l’altro sesso». La donna poi si è soffermata sulle critiche ricevute per aver raccontato questa storia: «L'ho fatto per avere un megafono mediatico, e quando ho raccontato questa cosa ho avuto persone che mi hanno detto che lo story telling mi avrebbe portato bene, mi hanno fatto un discorso di diritti, omosessuali, donne, come se rientri in quel pacchetto, hai la storia e dai che avrai successo. Pensavano che venisse strumentalizzata per accelerare un percorso tv, ma a questi cosa bisogna rispondere?». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA