Piero Marrazzo e lo scandalo del 2009: «Non è forte l'uomo che non cade, ma quello che sa rialzarsi»

Piero Marrazzo e lo scandalo del 2009: «Non è forte l'uomo che non cade, ma quello che sa rialzarsi»
Piero Marrazzo e lo scandalo del 2009: «Non è forte l'uomo che non cade, ma quello che sa rialzarsi»
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Martedì 2 Ottobre 2018, 13:39
«Una delle cose che ho sempre detto è che la forza di un uomo non si esprime nel non cadere ma si esprime nel sapersi rialzare. Ci sono state donne e uomini che hanno sofferto molto più di me, il mio episodio si mette in fila dietro altri ben più gravi di altre persone. Io ho solamente provato ad andare avanti». Piero Marrazzo parla così alla trasmissione I Lunatici di Rai Radio2 ricordando lo scandalo da cui fu travolto nel 2009.

L'ex governatore del Lazio ha anche parlato della sua vita da corrispondente Rai: «Bisogna rimanere nel fuso orario, anche se nel mio caso in Medioriente, si tratta solo di un’ora; quello che cambia è il contesto - ha spiegato il giornalista al programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio (in diretta dall'1.30 alle 6.00 del mattino) - bisogna stare attenti al contesto da raccontare»«Cosa mi manca dell'Italia? Da italiano potrei dire che mi manca la cucina ma quella mediorientale è ugualmente ricca e sofisticata. Mi mancano il bello e la cultura ma soprattutto quello che rappresentano le radici. Si può essere cittadini del mondo ma le radici non si dimenticano».

Marrazzo sembra non sentire la mancanza della politica:
«Sono entrato in Rai più di 30 anni fa, dopo che mio padre c’era stato altri 30 anni.
La politica è una cosa che porti dentro a livello culturale, non è una questione di cariche, ma la mia vera passione resta il giornalismo
».

Sulle difficoltà del centrosinistra:
«C’è una crisi identitaria: la sinistra di questo paese e i riformisti hanno un grande problema che è quello di stare all’opposizione per la difficoltà a capire e rappresentare la maggioranza degli italiani che hanno fatto un’altra scelta. Non è un problema solo italiano. Perché possiamo andare da Trump e arrivare ad Orban passando per alcuni paesi tipo la Svezia. Va risolto però in termini politici, mai demonizzato, anzi ricondotto alla libertà di scelta del popolo italiano».

Infine un ricordo della notte che mai potrà dimenticare:
«La notte in cui mio padre morì, morì di notte, a casa e tutto assunse un alone drammatico. Io ero accanto a lui. Quella notte sembrava aver avvolto in una sua dimensione questo dolore, per certi versi attutito dalla notte stessa. Però voglio anche ricordare la notte in cui battemmo 4-3 la Germania ai mondiali Messico’70, vidi quella magnifica assieme a mio padre, mia madre e mio fratello».
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