Paolo Ruffini: «Diversity, il mio show scorretto che fa ridere e pensare». Su Comedy Central il 26 aprile alle 21

Paolo Ruffini: «Diversity, il mio show scorretto che fa ridere e pensare». Su Comedy Central il 26 aprile alle 21
Paolo Ruffini: «Diversity, il mio show scorretto che fa ridere e pensare». Su Comedy Central il 26 aprile alle 21
di Ferruccio Gattuso
3 Minuti di Lettura
Lunedì 26 Aprile 2021, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 16:48

Paolo Ruffini, attore, regista, conduttore e, soprattutto, quella faccia che a scuola avresti sempre voluto avere come compagno di banco va in onda oggi - 26 aprile 2021 - alle 21 su Comedy Central (canale Sky 128) con il Paolo Ruffini Diversity Show, talk show di una sola puntata (per ora) dove, parola del protagonista, “si farà comicità diversa”.

Diversa: come e perché?
«L’ambizione è quella di far ridere e far pensare, e questo è possibile perché gli ospiti, invitati al Teatro Ambra Jovinelli di Roma, sono particolari».


A questo punto li deve svelare.
«Sono Simone Brescianini, attore con sindrome di Down, Daniele Cassioli, cieco dalla nascita e campione paraolimpico di sci nautico, la stand up comedian Martina Di Maria affetta da dislessia, Mirko Darar comico siculo-egiziano e Annagaia Marchioro, attrice comica e attivista, entrambi omosessuali, e infine Nathan Kiboba, congolese immigrato, autore della webserie Vedo Nero su YouTube».


E a chi la pungerebbe dicendo che fa il politicamente corretto, cosa risponde?
«Che non mi conosce. Io sono l’antitesi di quella roba lì. Basta vedere i miei film. Ci sono battute che fino a qualche anno fa era ancora possibile fare. Oggi non si può più sfottere alcuna categoria, è la fine.

Sembra il 1947 in Usa, col maccartismo. Da bambino aspettavo con gioia Drive In: oggi l’utilizzo del cane Has Fidanken scatenerebbe gli animalisti, per non parlare delle vallette discinte».


E dunque in cosa consiste il Diversity Show?
«In una chiacchierata, con momenti di performance, insieme a questi artisti che hanno avuto il coraggio e l’intelligenza di non essersi conformati ad alcun standard. Parleremo, e rideremo, di diversità di genere, etnie, immigrazione e disabilità».


È facile far ridere oggi?
«Dipende. La gente ne ha voglia, guardi il successo di Lol. Ma se hai di fronte un pubblico con la mascherina, mezza faccia che non capisci se ride o meno, è dura. La mascherina annienta la personalità».


A proposito di Lol, vi avrebbe partecipato?
«Tecnicamente io non sono un comico, sono una cosa strana. Quelli sono professionisti. Certo, mi chiedo: ci voleva Lol per capire che Elio e Lillo sono due geni assoluti? Dove hanno vissuto fino ad oggi?».


Paolo Ruffini e cinema fanno rima: progetti?
«Due film da regista, in uno recito pure. Il primo è Rido perché ti amo, con Greg e Loretta Goggi, il secondo è Ragazzaccio, sul tema del bullismo, con Beppe Fiorello e Sabrina Impacciatore». 

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