Ossini, il Talent per la montagna: su Rai2 arriva "Campioni di domani", contest tra giovani sciatori

Ossini, il Talent per la montagna: su Rai2 arriva "Campioni di domani", contest tra giovani sciatori
Ossini, il Talent per la montagna: su Rai2 arriva "Campioni di domani", contest tra giovani sciatori
di Donatella Aragozzini
4 Minuti di Lettura
Domenica 7 Febbraio 2021, 18:24 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 19:00

Ragazzi di 16 anni, appartenenti a diversi Sci Club e provenienti da ogni parte d’Italia, che si sfidano nella splendida ambientazione delle Dolomiti. Sono i protagonisti di “Campioni di domani”, il nuovo talent sportivo-culturale che si svolge sulle nevi di Cortina D’Ampezzo, alla vigilia dei Campionati del Mondo di Sci Alpino. Il programma, ideato e condotto da Massimiliano Ossini e Lino Zani, andrà in onda da domani al 19 febbraio, ogni giorno alle 17.30 su Rai2, e racconterà non solo il talento sportivo, ma anche i volti, le storie e le motivazioni che portano questi giovanissimi ad affrontare i sacrifici necessari per diventare i campioni del futuro.

Come è nato “Campioni di domani”?

«È nato dalla collaborazione tra me e Lino Zani, che condividiamo la montagna e lo sport, così abbiamo ideato questo format in cui 24 giovani sciatori, 12 ragazzi e 12 ragazze, si sfideranno in una gara di sci e poi anche in un quiz generale sulla storia della montagna e sui protagonisti dello sport. Non vincerà il singolo, abbiamo fatto vincere lo sci club, così almeno abbiamo la possibilità di sottolineare, ancora una volta, il valore dello spirito di squadra».

Un nuovo format sulla montagna, dopo “Linea bianca”.

«L'amore per la montagna è nato quando ero piccolo, i miei genitori mi portavano in un paesino che si chiama Pizzoferrato Valle del Sole, in provincia di Chieti, lì ho iniziato a camminare, a entrare nei boschi, poi per tanti anni non l'ho più fatto ma quando ci sono tornato è stato come riscoprire un amore. Per me ormai la montagna è diventata come una vera e propria terapia contro lo stress, contro i problemi quotidiani della città, della civiltà, perché ti riporta ad una sorta di attenzione che rivolgi verso se stesso, nel tuo io più personale, e quindi rimetti al centro le cose più importanti, soprattutto rallenti il tempo della frenesia, di tutto ciò che ci circonda».

Ai mondiali di Cortina mancherà Sofia Goggia: che risultati prevede per gli italiani?

«Quella di Sofia Goggia è una grande perdita, è una grande donna e una grande atleta. Per le donne ora ho visto in gran forma la Bassino e per gli uomini il ritorno di Innerhofer e il grande Paris. Quindi speriamo che possono veramente essere loro i protagonisti».

Che ne pensa della decisione di tenere chiusi gli impianti sciistici per il Covid?

«In un momento difficile, in cui non si sapeva neanche l'andamento della pandemia, è stato anche giusto chiuderli, perché per me è preoccupante pensare ai soccorsi: sugli impianti ci sono sempre una media di 20-30-40 persone che si fanno male, se gli ospedali erano pieni per l'emergenza Covid bisognava pensare a delle tendostrutture per il primo soccorso...

Quindi è stata una decisione molto dura, per il momento difficile del paese, ma necessaria. Adesso che comunque i casi si sono abbassati, gli impianti si possono, anzi si devono riaprire, per dare ossigeno a tutta la montagna: dietro a un impianto di sci ci sono aziende che lavorano, ci sono non solo gli impiantisti ma i pizzaioli, gli hotel, gli agricoltori che vendono i loro prodotti lì e tutte le aziende che lavorano per l'abbigliamento per la montagna. Il problema sarà la gestione nei rifugi e le code, ma se viene fatto in maniera intelligente, con attenzione, si può ripartire. Poi ognuno di noi deve essere responsabile e non abbassare la guardia».

Lei e la sua famiglia avete avuto il virus: c'è qualcosa che vorrebbe dire ai negazionisti?

«Sì, personalmente sono stato male per un paio di giorni e non in forma gravissima, ma io che sto sempre attento, alla fine sono stato il primo ad ammalarmi. Penso che questo virus non è da sottovalutare: ci sono persone che hanno sofferto di più, persone che hanno sofferto di meno, persone che non ce l'hanno fatta. A chi sottovaluta questo problema dico di avere rispetto verso gli altri e quindi di rispettare anche tutte le regole».

Tutti dedicati alle vette sono i suoi libri, due dei quali pubblicati di recente: “Kalipè. Lo spirito della montagna”, “Kalipè. Il cammino della semplicità” e “Le montagne rosa”.

«Sì, raccontano le mie esperienze in montagna, l'ultimo è anche fotografico e descrittivo dei percorsi che ho fatto nelle Dolomiti, dove al centro ci sono comunque le storie delle persone che ho incontrato, e faccio in modo che venga voglia di uscire di casa e andare a visitare quei luoghi, che non sono solo belli a livello visivo ma ti lasciano anche qualcosa in più».

Di recente è stato nominato Cavaliere della Repubblica: che effetto le ha fatto ricevere l'onorificenza?

«Sono contentissimo, è un'onorificenza datami in giovane età proprio per il lavoro che, da vent'anni, sto svolgendo per il territorio, per portare avanti la storia delle persone, l'economia e la bellezza, continuerò a farlo e credo che questa sia la mia mission».

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