Martina Colombari: «Ho rinunciato a tutto per lo spettacolo. Ma ora mi sento utile solo quando aiuto gli altri»

Martina Colombari
Martina Colombari
di Paolo Travisi
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Martedì 26 Marzo 2019, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 11:40
Impegno e crescita, sono le parole che ispirano il percorso umano, prima che artistico di Martina Colombari. Appena ragazzina, a 16 anni, vinse Miss Italia, un missile nel mondo dello spettacolo che ha attraversato, passerelle di moda, fiction, programmi tv e cinema. Agli amori familiari, suo marito Billy Costacurta ed il figlio adolescente Achille, lungo la strada ne è sbocciato un altro. Quello per gli altri. Da anni infatti è volontaria della Fondazione Rava, in aiuto dei bambini di Haiti, il cui impegno è stato premiato nella manifestazione Cortinametraggio. “E’ bello pensare che la collettività si sia accorta di quanto sia importante aiutare gli altri, fare del bene deve diventare una responsabilità sociale. Come diceva Walt Disney, se si può sognare, si può fare”.

Perché aiuta il prossimo?
Mi sento utile solo quando aiuto gli altri. E’ bello pensare ai bambini che possono andare a scuola, parlare alle ragazzine di anoressia, aver riempito qualche pancia in più nel caso dei senzatetto a Milano. Nella quotidianità rivesti dei ruoli, ma oggi non mi basta più.

E’ stanca dello show business?
No, lo adoro. E’ una questione di crescita personale. Per cambiare, si deve fare un atto di volontà. Se non semini qualcosa di buono, quando non ci sarai più, di te resterà poco.

Ha iniziato a lavorare da giovanissima. A cosa ha rinunciato?
Alla mia gioventù, a quella spensieratezza che non può essere la stessa a 40 anni. Non ho fatto scorribande notturne, i week end con le amiche, non rimpiango nulla, del passato si deve tenere tutto, ma bisogna distaccarsi dalle emozioni che affaticano.

Lei e suo marito avete ottenuto successo e denaro. Calcio e moda, non sono per forza sintomo di una vita disordinata?
Siamo due persone normali, con vite speciali. Io sono figlia di un pizzaiolo e una casalinga, mio marito viene da una famiglia semplice, entrambi veniamo dal nulla, ma siamo cresciuti in fretta. Quello che è arrivato è stato sofferto, quindi ci è servito per restare in equilibrio.

Suo figlio è un millennial. Cosa la preoccupa di questa generazione?
Il mondo di oggi è pieno di stimoli e questi ragazzini non hanno gli strumenti per gestirli. Sono figli del tutto e subito, non conoscono pazienza e sacrificio, perché la concezione del tempo dei social è una finzione.

La frase che gli ripete più spesso?
Ogni cosa che fai avrà delle conseguenze. Dare dei consigli è difficile, perché è un’età critica, è necessario mettere dei paletti, altrimenti si rischia di perderli.

Quando smetterà di lavorare, cosa farà?
Non ci avevo mai pensato. Vorrei diventare più saggia, sapere più cose, avere una bacchetta magica, entrare in una libreria comprare 5 libri e leggerli in una settimana.
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