Luisa Ranieri nella nuova stagione della fiction “La vita promessa”: «La mia Carmela sempre in lotta ma non è un santino»

Luisa Ranieri
Luisa Ranieri
di Donatella Aragozzini
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Martedì 18 Febbraio 2020, 08:40
Arriva su Rai1 un nuovo capitolo della saga dei Rizzo, la famiglia di siciliani, con a capo l’affascinante Carmela, emigrati in America per cercare “La vita promessa”. In onda dal 23 febbraio, i tre nuovi episodi, diretti ancora da Ricky Tognazzi, promettono sentimenti e colpi di scena.

Luisa Ranieri, felice di essere tornata a interpretare Carmela?
«È un personaggio che ho molto amato, ma non volevo fare la seconda stagione, pensavo di aver già raccontato tutto quello che si potesse immaginare. Quando ho letto il copione ho detto: ci sono da sistemare due-tre cosine ma ci sto».

Cosa l’ha convinta?
«L’evoluzione dei personaggi: Carmela ora è completamente emancipata nel contesto, guida, prova a parlare inglese e ci siamo divertiti a vedere come parlerebbe, perché anche se sa leggere è comunque una donna rurale. Non ne facciamo però un santino, è una donna ingombrante, che vuole dire la sua sui figli, i nipoti, le nuore e per troppo amore si fanno errori».

Quali cose le sembravano da sistemare?
«Bisognava mettere più a fuoco le cose da raccontare, perché erano tante e tre serate non sarebbero bastate, ce ne sarebbero volute sei. Alla fine abbiamo fatto un lavoro di specificità, di selezione del racconto».

Guardandosi indietro, era questa la sua vita promessa?
«No, mi immaginavo giudice o avvocato penalista, ero iscritta a Giurisprudenza e all’inizio recitavo solo per hobby, poi questa vita mi ha rapita e portata via».

Il suo prossimo personaggio sarà la protagonista dei romanzi di Gabriella Genisi.
«Sì, la commissaria Lolita Lobosco: sarà una commedia, perché i casi sono sullo sfondo e la serie si concentra molto sulle vicende di questo personaggio particolare. Cominceremo a girare a breve, ma fino al 15 marzo sarò impegnata a teatro in The Deep Blue Sea di Terence Rattigan, per la regia di mio marito Luca Zingaretti, un testo inglese di cui abbiamo comprato i diritti 3-4 anni fa».

Com’è stato essere diretta da suo marito?
«Bello, perché senza dircelo abbiamo mantenuto la giusta distanza professionale. Io non ho mai discusso le sue scelte di regia perché lui viene dal teatro e ha un grande bagaglio».
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