Iva Zanicchi, il dramma del Covid a Domenica Live: «Mio fratello è morto, ci ho parlato al telefono e non l'ho più visto». Barbara D'Urso commossa

Iva Zanicchi, il dramma del Covid a Domenica Live: «Mio fratello è morto, ci ho parlato al telefono e non l'ho più visto». Barbara D'Urso commossa
Iva Zanicchi, il dramma del Covid a Domenica Live: «Mio fratello è morto, ci ho parlato al telefono e non l'ho più visto». Barbara D'Urso commossa
di Valeria Arnaldi
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Domenica 13 Dicembre 2020, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 18:02

Iva Zanicchi, il dramma del Covid a Domenica Live: «Mio fratello è morto, ci ho parlato al telefono e non l'ho più visto». Barbara D'Urso commossa.  Occhi lucidi, espressione evidentemente emozionata, nonostante il tentativo di mascherare la sofferenza, Iva Zanicchi racconta nel salotto della domenica di Canale 5 di aver avuto il coronavirus, tra paura, speranze, cura e guarigione.

«Io venivo normalmente in televisione, facevo il tampone, poi un giorno mi sono sentita male, avevo la febbre, ho pensato subito”ho il coronavirus”  - dice Zanicchi - Ho detto, va bene, sto a casa,  ho chiamato il medico, mi ha detto: “Ma sì, fai così”. Dopo tre giorni, di colpo, in dieci minuti non parlavo più, avevo un raffreddore che non respiravo più. Mi ha chiamato un ragazzo, Alessandro de Le Iene. Ha sentito la voce. Gli ho detto: “Ho il coronavirus, mi sto curando a casa”. E lui ha detto: “Va subito a fare qualcosa”. Il giorno dopo mi ha chiamata, aveva preso un appuntamento per me  all’ospedale di Vimercate. Altrimenti, io sarei rimasta a casa. Sono andata in ospedale, mi hanno detto: “Lei da qui non esce”. I primi giorni, è andata abbastanza bene. Poi ho avuto una crisi di respirazione, ho chiesto all’infermiere: “Ma morirò?”».

Iva Zanicchi crede di sapere dove e quando si è contagiata: «Visti tutti gli esami e i controlli, penso, ma magari poi sbaglio, che… C’è stato un evento, la comunione del nipotino di mia sorella. C’erano solo i due genitori e il padrino, neppure la sorellina. Poi però alcuni parenti, venuti anche dalla montagna, sono andati in un famoso ristorante brianzolo. Sono arrivati a casa. Noi non ci siamo abbracciati ovviamente. Dopo due giorni, però eravamo tutti contagiati. Ho pensato che il contagio venisse da lì.  Quando il coronavirus arriva in casa, non ti salvi. Miofratello teneva la mascherina giorno e notte, era terrorizzato. Lo prendi anche così. Lui non doveva prenderlo. Era l’unico negativo».

Dopo il ricovero di Iva Zanicchi, in ospedale è arrivata anche la sorella.

«Hanno ricoverato anche lui, dormivano nella stessa cameretta. Poi è giunto mio fratello, grande cardiopatico, aveva problemi già da bambino. Eravamo legatissimi, come gemelli. Prima di arrivare ha avuto una pessima esperienza i n un’altra struttura. Mio  fratello è rimasto 12 ore al pronto soccorso seduto su una sedia, implorando di avere un bicchiere d’acqua che non gli hanno dato. Alle  3 di notte quando hanno scoperto che aveva il coronavirus, lo hanno rimandato a casa. Il giorno dopo io l’ho fatto venire all’ospedale di Vimercate. Eravamo tutti ricoverati lì. Scherzando, lo chiamavano il reparto Zanicchi».
Ed è qui che si è consumato il dramma. All’improvviso.

Dice Iva Zanicchi «Andavo a trovarlo due/tre volte al giorno. Non riuscivano ad abbassargli la febbre. Aveva l’ossigeno, non il casco.

Stava benino. Avevo chiesto anche se poteva esserci il plasma. Mi hanno detto: “Scarseggia ma per lui ci sarà”. Hanno dimesso me e mia sorella, lui no. Sono andata a salutarlo. Ero tranquilla, gli ho detto: “Tra poco vieni  casa anche tu”. E lui: “speriamo… se mi passa la febbre”».

In pochi giorni la situazione è mutata radicalmente.«Una volta al giorno mi chiamava la dottoressa. Lo hanno curato bellissimo. Il terzo giorno da quando ero uscita, mi chiama la dottoressa e mi dice: “Suo fratello soffre troppo, mi ha chiesto di aiutarlo perché non ce la fa più, lo dobbiamo sedare e dobbiamo accompagnarlo alla morte”. Io non capivo. Mi dicono: “Possiamo fare una videochiamata”. Io: “Le do subito il numero di uno dei figli”. Lui però voleva parlare con me, forse non voleva farsi vedere così. Abbiamo fatto la videochiamata. Il video però non funzionava. Ho sentito la sua voce, era bella e chiara, mi ha detto: “saluta tutti, ma tutti, ti voglio tanto bene”».

Iva Zanicchi fatica a parlare. La voce si spezza. Gli occhi si velano di lacrime. «Volevo andare, ma non me lo hanno permesso neanche bardata. Non lo abbiamo più visto, né durante né dopo, per questo non riesco a elaborare il dolore. Io voglio fare solo un appello, anche se credo che si stiano interessando: dovete permettere non dico che ci sia una folla,ma quando vedete che una persona sta morendo, dovete permetter a qualcuno di stargli vicino. E poi perché dopo morto non lo posso vedere? Sono cose da medioevo. È un supplizio, una pena che non si rimargina».

Iva Zanicchi commossa ricorda gli ultimi momento, al telefono con il fratello: «Gli ho detto delle bugie, che stavano sperimentando una terapia nuova, lui mi diceva no no. Era come un medico, sapeva. Quando è uscito di casa, con le sue gambe, per venie in ospedale, a mia figlia ha detto: «Io dall’ospedale non tornerò più. Lui dentro lo sapeva».

Barbara D’Urso mostra il video di una passata puntata della trasmissione in cui Iva e il fratello erano in studio insieme. La Zanicchi contesta la televisione del dolore, ma la conduttrice corregge la definizione in “televisione” dei sentimenti”.

E allora si torna ai ricordi del fratello, al carattere, alle passione, al temperamento.

Un anno difficile per Iva Zanicchi ha perso anche l’ex marito: «Ero divorziata da 38 anni. Lui è mancato due/tre mesi fa, era il padre di mia figlia. Io dico sempre che voglio passare dal 2019 al 2021. Quest’anno, non lo voglio ricordare».

L’ultimo saluto è al marito “Pippi”, non insieme a lei in studio, perché affetto da coronavirus.

«Ha un tumore - aveva spiegato, entrando in studio, Iva Zanicchi - ma lo affronta  con una grinta tale e con una voglia di vivere che secondo me lo sconfigge. Si è interrotto un attimo per il coronavirus ma adesso sconfigge anche quello».

Si chiude, tra parole d’affetto e sorrisi.

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