Il diario segreto di Marta Russo giovedì in prima serata su Rai2

Marta Russo
Marta Russo
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Martedì 19 Ottobre 2021, 13:58

Nel maggio del 1997 Marta è nel fiore degli anni e dei sogni sulla vita e sul futuro. Un grande amore per lo sport e in particolare per la scherma, che pratica con successo e determinazione. Si è iscritta a Giurisprudenza, perché da grande vuole indossare la toga da magistrato e mettere la sua vita a disposizione degli altri. Ma non ci riuscirà mai. Un giorno come tanti, all’Università, mentre cammina con una amica per i vialetti della facoltà “tempio” della giustizia, un proiettile la raggiunge alla testa. Per lei non ci sono speranze. Si chiama Marta Russo e la sua morte diventa un caso mediatico. Le pagine di cronaca nera raccontano, passo dopo passo, indagini e cinque anni di processo, ma un’immagine di quella studentessa, uccisa a 22 anni senza un perché, emerge tra le tante che campeggiano su giornali e in tv: è una fototessera. Uno scatto rimasto impresso nella memoria collettiva, che ne identifica oramai la vicenda, che ricorda i lineamenti dolci di Marta, ma che non può di certo restituirne un ricordo pieno, vero. A farlo sono invece le pagine dei suoi diari segreti, ritrovati dalla sorella Tiziana e che la famiglia ha voluto condividere in questo documentario. È la prima volta che vengono resi pubblici.

Così nasce “MARTA - Il delitto della Sapienza”, una coproduzione Rai Documentari e Minerva Pictures, prodotta da Gianluca Curti e Santo Versace, per la regia di Simone Manetti, in prima visione giovedì 21 ottobre alle 21.15 su Rai2 e disponibile su RaiPlay.Un documentario, scritto da Emanuele Cava, Gianluca De Martino e Laura Allievi, con la partecipazione di Silvia D’Amico che dà la voce a Marta e la supervisione di Fabio Mancini. 
Un viaggio narrativo che si snoda su due piani di racconto paralleli: quello legato ai fatti di cronaca, che ricostruisce la vicenda giudiziaria e quello privato, intimo di Marta, che prende vita direttamente dai suoi pensieri più profondi, dalle speranze e dai sogni che, tra 1985 e il 1996, ha affidato alle pagine dei suoi diari segreti. Il documentario vuole restituirle l’identità. La sua vita prima che le venisse tolta. La sua voce, prima di tutto: è lei, infatti, ad accompagnarci nel viaggio, parlandoci di chi era raccontandoci quel che davvero ha vissuto. Un ricordo dolceamaro custodito dalla sua famiglia e oggi condiviso: “Voglio essere felice in questa vita, e non in futuro, ma nel presente, per ogni attimo che vivo. Perché non so quanto potrò vivere e cosa ci sarà dopo (dal diario di Marta Russo)”. 
Il documentario utilizza prezioso materiale di repertorio, in parte mai reso pubblico, sia per l’aspetto investigativo che per quello personale e famigliare.

L’accesso agli archivi della Corte d’Assise di Roma e della Polizia di Stato ha permesso di attingere materiali, anche inediti, relativi agli atti del processo come intercettazioni ambientali e telefoniche, filmati di interrogatori con testimoni chiave dell’inchiesta, fascicoli fotografici della Polizia Scientifica, e l’inedita telefonata al 113 avvenuta al momento dello sparo. Consistente anche il repertorio messo a disposizione da Rai Teche: telegiornali, interviste ai testimoni chiave, e soprattutto ore e ore di filmati grezzi relativi al processo a Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, a cui si è attinto per rafforzare “il racconto verità”.

Per quanto riguarda l’aspetto personale di Marta invece, il documentario ha potuto contare sui suoi preziosi diari, messi a disposizione dai parenti: 9 quaderni, circa 700 pagine scritte in circa 11 anni. Oltre a questi, foto, filmati di famiglia e gli oggetti di cui era piena la sua cameretta e che parlano di lei come le coppe vinte per la scherma. A questi si aggiungono le ricostruzioni e le testimonianze di chi l’ha amata. Un racconto in cui la linea narrativa emotiva e personale si intreccia con quella lucida, asciutta e rigorosa dell’inchiesta. Ad accompagnare lo spettatore è sempre la voce di Marta che sembra chiedere, di andare oltre, di parlare anche del dopo, per riesaminare dall’inizio alla fine quanto accaduto dopo la sua morte, raccontando le indagini e i molti nodi rimasti irrisolti, che ancora, dopo 24 anni, portano alle stesse domande senza risposta: perché è stata uccisa? Dov’è finita la pistola da cui è stato esploso il colpo fatale? Esiste davvero il terzo uomo? Qual è la verità?
Il documentario è il primo appuntamento di Crime Doc, un nuovo ciclo di cinque prime serate di Rai Documentari dedicate al crime, al racconto dei grandi casi di cronaca che hanno segnato il nostro Paese.
Rai Documentari - creata nel gennaio 2020, sotto la guida di Duilio Giammaria - è la struttura di riferimento all’interno dell’azienda per l’industria del documentario. 

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