Gian Luca Pecchini querela Aurora Leone: «Sono stato diffamato e vittima di attacchi mediatici»

Gian Luca Pecchini querela Aurora Leone: «Sono stato diffamato e vittima di attacchi mediatici»
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Lunedì 31 Maggio 2021, 15:53

Gian Luca Pecchini, (ex) Direttore Generale dell’Associazione Nazionale  Italiana Cantanti, querela Aurora Leone dei The Jackal. Dopo la polemica in merito alle accuse di sessismo prima della partita a scopo benefico, il presidente ha scelto di dimettersi ma ha annunciato azioni legali per tutelare la sua persona dalle accuse che ritiene essere infamanti. 

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«Alla luce dei molteplici e continui attacchi mediatici, come già anticipato in un’intervista ho deciso di rivolgermi allo studio dell’Avvocato Gabriele Bordoni per presentare querela nei confronti di Aurora Leone e di chi con lei mi ha leso nella reputazione, così da tutelare i miei diritti, la mia immagine e, soprattutto, la mia  dignità di uomo e di professionista», ha affermato Pecchini.

Poi prosegue: «L’iniziativa assunta con querela per diffamazione aggravata presso la Procura di Torino è stata necessaria per ristabilire la verità dei fatti; l’uso diretto e personale dei sistemi di comunicazione di massa consente ampia libertà di espressione a chiunque ed è un valore da salvaguardare che va tenuto però ben distinto dalla loro strumentalizzazione; la critica e le opinioni sono sacrosante, ma non lo è affatto la propalazione di notizie infondate, confuse e lesive, tali da innescare in poche ore la demolizione della reputazione di una persona, difficilmente recuperabile in seguito.

Si pensa in questi giorni di introdurre una legge a contrasto della discriminazione per motivi fondati sul sesso o sul genere, ma si ripensa anche di riattivare forme di censura a contrasto della disinformazione, soprattutto attraverso la rete. Sono sintomi di un malessere culturale e sociale, potenzialmente inducenti pericolose derive che nella vicenda di Pecchini trovano occasione per essere considerate e discusse».

Poi conclude: «Ma, intanto, va tutelata nella sede competente la dignità di un uomo, della sua famiglia e del suo lavoro, proteggendolo dal linciaggio morale e da superficiali, frettolose quanto feroci condanne mediatiche, disancorate dalla reale dimensione dei fatti. Tanto si impone in uno stato di diritto”, così l’Avv. Gabriele Bordoni, penalista al quale si è rivolto Pecchini in seguito a quanto accaduto».

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