Clementino, doppio compleanno, suo e di Napoli: «La mia canzone per te, Partenope»

Clementino, doppio compleanno, suo e di Napoli: «La mia canzone per te, Partenope»
di Federico Vacalebre
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 00:51

Clementino compie 38 anni lunedì 21 dicembre, data a cui si fa risalire anche il compleanno di Napoli, o meglio la sua fondazione, nel 475 a.C. Una sirena, rifiutata da Ulisse, sarebbe venuta a morire sull'isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel dell'Ovo. 

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Dove si spiaggiò la sirena Partenope nacque la Nea Polis. E «Partenope» è il titolo del tuo nuovo singolo, Clem?
«È una vita che pensavo di fare una dedica alla città, l'ho sempre citata nei miei dischi, ma mai l'avevo cantata come volevo. Ho scritto dei versi, poi la morte di Maradona mi ha spinto a farli uscire adesso».

Con dedica al D10z?
«No, ho già composto un pezzo quando morì Pino Daniele, non voglio diventare il cantore ufficiale dei nostri caduti, ma l'assenza, il vuoto provocato dalla scomparsa del Pibe de Oro mi ha fatto riflettere sull'amore che porto per Napoli, da provinciale, da irpino a Nola, anzi a Camposano».

Ed ecco il singolo, rap melodico e verace: «Stasera t'aggia parla'/ pecché mo ssento ainto/ Lettera a sta città/ ca me pare dipinta/ nu canto e na sirena/ miezo a tanti sotto a stu cielo/ ma nisciuno è chiù bella/ e Partenope stasera».
«Sono io che me la guardo, da un balcone, da Ischia, dal Maschio Angioino, da un terrazzo di provincia.

Ma poi non ci sono pizza, sole e mandolino, che pure mi e ci piacciono».

«Si t'hanno tuccata cchiu' vote/ te sporcano pe n'ata vota/ e pensano chi se ne fotte».
«Zio Pino ce lo ha insegnato, Napoli è mille culure, ma poi la dipingono in nero. Napoli carta sporca per la storia e per la politica, per le tante dominazioni e i tanti inquinatori. Per la peste, per il colera, per il gioco malvagio di Sputtanapoli».

Zio Pino, come lo chiami tu, potrebbe averti ispirato i versi successivi: «E nuie ca simmo figli tuoi/ currimmo bendati int''o scuro».
«Magari riuscissi a scrivere versi destinati a rimanere come quelli del Lazzaro Felice».

Forse è la prima volta che ti vengono parole così sentimentali.
«Da innammuratiello, dici? Ma è vero: non sono sposato nè fidanzato, non ho figli, l'arte mi tiene incatenato e mi possiede, ma è bello sciogliersi in un canto d'amore, non sembrare solo lo scapocchione di Cos cos cos o il rapper delle rime taglienti, del freestyle assassino, dei versi del riscatto sociale».

Intanto, spopoli a «The voice senior», talent show per attempati professionisti che non mandate allo sbaraglio, ma coccolate con simpatia. Un successo di audience e critica, anche se alla vigilia qualcuno temeva fosse una sorta di «Corrida» per soli pensionati.
«Diamo una seconda possibilità a chi ha perso la prima, accendiamo un faro su chi è rimasto per una vita a cantare nel buio. Con le loro voci ci sono le loro storie da raccontare, storie di professionisti, di dilettanti che sanno dilettarci. Io non faccio il giudice né l'esperto di musica, ma la mina vagante, l'intrattenitore, l'innamorato della musica».

Hai avuto complimenti importanti.
«Dai colleghi rapper, Marracash e Fabri Fibra in primis, ma persino da Fiorello: mi ha scritto un messaggio, mi ha detto che in me si rivedeva giovane».

Ce lo siamo detti più volte, Clem: hai fatto la gavetta nei villaggi turistici, con il tuo «ClementTime» garantivi incassi record al bar e tenevi la gente inchiodata alle sedie. Sei pronto per lo show.
«Mi piacerebbe avere uno spettacolo tutto mio, lo confesso, chissà se sono pronto, vediamo».

Come va con i colleghi di «The voice senior»?
«Alla grande: Gigi D'Alessio è un amico da tempo, Loredana Berté è la nostra rockstar, Al Bano un grande professionista, sua figlia Jasmine in gamba davvero. E poi c'è Antonellona Clerici, un mito. Sia chiaro, non abbiamo un testo scritto, improvvisiamo divertendoci».

E nel 2021?
«Speriamo che il Covid-19 se ne vada a... Intanto finisco e pubblico il mio album, che sarà ricco di partecipazioni eccezionali, vedrete. E se la tv mi chiama, se Sanremo ha bisogno di un entertainer, se la Rai vuole affidarmi uno show... io sono qua».

Titolo ipotetico?
«Tu l'hai detto: ClemenTime, con calciatori che cantano, cantanti che giocano a pallone, e gente che si diverte davanti alla telecamere per portare divertimento dentro le case».

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