Il Caso Potenzoni, papà Francesco ospite a Oggi è un altro giorno racconta la scomparsa del figlio: «Non mi arrendo»

Tra le lacrime, Francesco dice: «Lascio il mio cellulare sempre acceso: è giusto che Daniele torni fra noi»

Dopo 6 anni, Francesco Potenzoni e la sua famiglia continuano a cercare Daniele, il figlio scomparso nel 2015 mentre andava in udienza dal Papa
Dopo 6 anni, Francesco Potenzoni e la sua famiglia continuano a cercare Daniele, il figlio scomparso nel 2015 mentre andava in udienza dal Papa
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Martedì 12 Ottobre 2021, 16:46

«Non mi arrendo»: sono le parole piene di forza di Francesco Potenzoni, padre di Daniele, il 37enne scomparso a Roma il 10 giugno 2015 mentre si stava recando in udienza dal Papa con un gruppo organizzato. Ospite a Oggi è un altro giorno di Serena Bortone, papà Daniele racconta il dolore che devasta lui e la sua famiglia da sei anni: «È durissimo pensare di non dover rivedere più il proprio figlio - dice -. Non ho neanche una tomba su cui andare a piangere. Il mio pensiero è solo per Daniele». 

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Daniele era un ragazzo affetto da schizzofrenia con tratti di autismo e la famiglia gli è sempre stata accanto con premura e amore, non facendoli mancare nulla. Quel giorno, Daniele era entusiasta di andare dal Papa e la famiglia, fidandosi degli accompagnatori, l'ha lasciato partire.  

«Nel mio cuore sentivo che non avrei dovuto dargli il permesso di uscire - dice il padre - , ma lui era felice. Erano le 6 del mattino, lui stava dormendo. Ho pensato di lasciarlo dormire, ma mi sembrava di fargli un torto imperdonabile, ci teneva così tanto. Soltanto alla sera ci dissero che lo avevano perso di vista. Erano le 17.30, ormai a quell’ora cosa puoi fare? C’è stato anche un appello di Francesco Totti per ritrovarlo».

Sul caso, papà Francesco ha scritto un libro intitolato "Il caso Potenzoni" in cui chiede giustizia e verità. 

«Lascio il mio cellulare sempre acceso - conclude Francesco tra le lacrime-. Immagino Daniele in tanti posti. Lui è buono, educato, tranquillo: è giusto che torni fra noi. Piango anche io la sera quando non lo vedo, ma poi basta riprendo, bisogna andare avanti e continuare. Vogliamo la verità».

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