Alessandro Borghese torna con "4 ristoranti": «La pandemia ci ha fatto rivedere il format». Prima puntata sui delivery

Alessandro Borghese torna con "4 ristoranti": «La pandemia ci ha fatto rivedere un po' il format. Resta lo spirito!». Nella prima puntata il giudizio sui delivery
Alessandro Borghese torna con "4 ristoranti": «La pandemia ci ha fatto rivedere un po' il format. Resta lo spirito!». Nella prima puntata il giudizio sui delivery
di Ida Di Grazia
6 Minuti di Lettura
Sabato 5 Dicembre 2020, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 16:32

Torna Alessandro Borghese 4 ristoranti: «La pandemia ci ha fatto rivedere un po' il format. Resta lo spirito!». Nella prima puntata il giudizio sui delivery.  Ripartono, dall’8 dicembre, ogni martedì su Sky e NOW TV, le imperdibili sfide in giro per l'Italia.

Leggi anche > Marco Carta in lacrime a Verissimo: «Gli ultimi giorni stava male, ma non pensavo potesse morire». Silvia Toffanin scoppia a piangere

Quattro ristoratori con qualcosa in comune, ognuno desideroso di dimostrare di essere il migliore, in gara per ottenere il “dieci” di chef Alessandro Borghese: ripartono, dall’8 dicembre, ogni martedì su Sky e NOW TV, le imperdibili sfide di ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI.

«La pandemia ci ha fatto rivedere un po' il format - ha raccontato durante la conferenza stampa Alessandro Borghese - Con i ristoratori ci ritroveremo direttamente al ristorante, non mangeremo più tutti dallo stesso piatto, ma avremo un assaggio di tutti i piatti. Cosa che ha messo a dura prova la mia linea! Le puntate le abbiamo registrate di giorno , a differenza delle passate edizioni nel rispetto delle normative Covid che impongono la chiusura dei locali alle 18.00. Resta lo spirito!».

In una occasione, durante il lungo viaggio per la Penisola, la sfida abbandonerà temporaneamente l’iconico van targato “4 Ristoranti” e si svolgerà sulle due ruote: Chef Borghese, infatti, salirà in sella a una moto per eleggere il miglior ristorante per bikers nella Ciociaria. E poi, nelle altre puntate, si toccheranno alcuni dei luoghi più affascinanti e caratteristici d’Italia: tra gli altri, ci sono Milano, Bari, Riviera Romagnola, Val d’Orcia e Val di Chiana in Toscana, Basilicata, Parma.

Novità nel meccanismo della sfida: quattro ristoratori della stessa zona di appartenenza si sfidano per stabilire chi tra di loro è il migliore in una determinata categoria; ogni ristoratore invita gli altri tre che, accompagnati dallo chef Borghese, commentano e votano con un punteggio da 0 a 10 location, menu, servizio e conto del ristorante che li ospita e, da quest’anno, anche una quinta voce, quella della categoria Special.

Tutti e quattro gli sfidanti, infatti, dovranno confrontarsi su uno stesso piatto, il protagonista di quella puntata, così da rendere la gara tra loro sempre più diretta e intensa, senza esclusione di colpi. In palio per il vincitore di ciascuna puntata, l’ambitissimo titolo di miglior ristorante e un contributo economico da investire nella propria attività.

Nella prima puntata, chef Borghese anima una gara speciale tra i ristoratori alla ricerca del miglior ristorante con delivery di Milano. Da anni, proprio nel capoluogo lombardo, una delle tendenze più diffuse in fatto di ristorazione è proprio quella di degustare i piatti e assaporare l’atmosfera del ristorante fuori dal ristorante, magari all’interno delle abitazioni, con l’idea di cucina del ristorante prescelto che viene comodamente trasportato in un sacchetto. A contendersi il titolo ci sono: Rosalba con Potafiori, Andrea con Il Liberty Milano, Umberto con Slow Sud – Ristorante Terrone e, infine, Emmanuele con Maison Milano. In questa prima puntata la categoria special è il packaging.

Come da tradizione, ogni pasto è preceduto dalla scrupolosa ispezione dello chef Borghese della cucina del ristorante. Lo stesso accade nel corso di questa prima puntata particolare. Tutto viene osservato nei minimi dettagli, per un’analisi scrupolosa che prosegue poi anche durante il pasto, concentrandosi sul personale di sala, messo alla prova su accoglienza, servizio al tavolo, descrizione del piatto e del vino. Solo alla fine si scopre il giudizio di chef Borghese, che con i suoi voti può confermare o ribaltare l’intera classifica. Tutti i ristoranti che partecipano al programma sono identificabili attraverso un “bollino” 4 RISTORANTI esposto all’esterno, una rete di locali testati da chi se ne intende: i ristoratori stessi.

I RISTORANTI DELLA PRIMA PUNTATA DI 4 RISTORANTI:

POTAFIORI (Porta Romana): Rosalba (50 anni) viene da Bergamo, ma a Milano ha trovato la sua vera dimensione. È conosciuta come “Cantafiorista” perché nasce come cantante e poi diventa fiorista, infatti nel suo locale si può mangiare ma anche acquistare fiori e sentirla cantare: chi ordina riceve un QR code personalizzato con annessa serenata. La cucina di Potafiori segue la tradizione ma “sotto mentite spoglie”: ci sono piatti semplici ma serviti su piatti speciali. Il delivery di Potafiori, il Potabox, viene consegnato da collaboratori muniti di “grembiulone” che utilizzano un furgone e un motorino brandizzati. Il packaging è biodegradabile e presenta scatoline bianche chiuse con la corda.

IL LIBERTY MILANO (Porta Nuova): Andrea (49 anni) è il titolare e lo chef. Nato da mamma ferrarese e papà siciliano, ammette di non essere un capo facile. La sua cucina è italiana e risente dell’influenza della cucina casalinga della mamma. La proposta di delivery de Il Liberty Milano corrisponde quasi in toto al menù che si trova al ristorante. Il packaging con cui viene effettuata la consegna è lineare, con un foglio di istruzioni per riscaldare, impiattare e servire il cibo. Il packaging è per il 70% sostenibile, fatto di materiale di recupero e senza plastica. I sacchetti con il logo del ristorante sono di carta, quadrati e performanti per agevolare il trasporto e tenere il contenitore dritto.

SLOW SUD – RISTORANTE TERRONE (Duomo): Umberto (33 anni) è il titolare e lo chef. Il suo locale è aperto dal 2011, ma lui ha iniziato questa avventura nel 2015. Oggi il ristorante è gestito da cinque soci, tutti giovani e del sud. La cucina è fatta di piatti della tradizione siciliana e pugliese e il delivery rispecchia appieno “il loro essere terroni”. Per ordinare si va sul sito o si procede per telefono e il cibo viene consegnato con dei pacchettini su cui campeggiano il logo, la grafica del ristorante e il nome del piatto ordinato. Per il packaging Umberto ha scelto vaschette appositamente di alluminio, come quelle che danno le nonne la domenica. Sono pratiche perché se avanza qualcosa si può conservare il cibo per poi riscaldarlo il giorno dopo.

MAISON MILANO (Zona Abbiategrasso): Emmanuele (39 anni) è figlio d’arte: il padre è il noto pasticcere milanese Cucchi e la mamma la cantante Anna D’Amico. È lo chef di un vero e proprio show restaurant, in cui la cena viene accompagnata da giochi e balli. La sua cucina “interattiva” viene applicata anche al delivery: sul sito oltre al cibo si possono infatti prenotare anche diverse esperienze come il kit barman, un corso in diretta, e il kit seduzione, utile per organizzare una cena afrodisiaca. Il delivery viene consegnato dai dipendenti stessi vestiti in modo elegante. Il packaging è studiato per evitare sballottamenti. Non viene usata la plastica bensì la carta di canapa riciclata, che può essere buttata dopo l’utilizzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA