1994 chiude la trilogia Sky sul passaggio da Prima a Seconda Repubblica. Accorsi: «Da Berlusconi in poi, i politici sono dei frontman»

1994, chiude la trilogia Sky sul passaggio da Prima a Seconda Repubblica. Accorsi: «Dopo Berlusconi oggi i leader politici sono dei frontman»
1994, chiude la trilogia Sky sul passaggio da Prima a Seconda Repubblica. Accorsi: «Dopo Berlusconi oggi i leader politici sono dei frontman»
di Paolo Travisi
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Martedì 24 Settembre 2019, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 20:57

Il 1994 è l’ultimo anno raccontato dalla trilogia nata da un’idea di Stefano Accorsi, e realizzata da Sky e Wildside, che segna il passaggio cruciale tra la Prima e la Seconda Repubblica (in onda dal 4 ottobre su Sky Atlantic e in simulcast su Sky Cinema Uno). Un cambiamento certamente politico, con l’avvento di Berlusconi premier, la forza politica dal basso di Umberto Bossi, la Lega Nord ed il tramonto della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, sotto la scure della magistratura che scoperchia, con Tangentopoli, la corruzione ed il malaffare nei palazzi del potere.



La serie, con 1992, 1993 ed ora l’ultimo capitolo della saga, ha raccontato la nostra storia più recente, fondendo i protagonisti storici di quell’epoca, con personaggi di finzione, di cui però non si distinguono più i confini di separazione. Ed il risultato è anche un affresco socio-culturale, oltre che politico, che punta all’intrattenimento di qualità, con grande verosimiglianza, ma con l’obiettivo di far conoscere anche alle nuove generazioni, cosa sia accaduto meno di 30 anni fa nel nostr paese. Ecco che ritroviamo Leonardo Notte, ferito mortalmente al termine di 1993, ed ora più attivo che mai, vicinissimo al Cavaliere, quasi il suo braccio destro, mentre la Lega Nord, alleata di governo, minaccia di staccare la spina e Antonio di Pietro - interpretato da Antonio Gerardi - ha trovato la strada per portarlo a processo.

“Il mio personaggio è ferito malamente ma ce la fa, questo è stato un elemento importante per la costruzione del personaggio, che sembra morto ma risorge e vince le elezioni - racconta Stefano Accorsi nella conferenza stampa di presentazione a Roma - in questa parte della narrazione, arrivando al potere, non cambia la natura dei personaggi, e non c’è cambiamento di Leonardo Notte, che può fare qualsiasi cosa, continuando a gestire il potere col solito cinismo”.



Evolve anche la donna interpretata da Miriam Leone. “Veronica Castello da soubrette ora si ritrova un seggio in parlamento e la vediamo mentre cerca di dimostrare credibilità ai colleghi uomini, vestendo con le giacche, una sorta di armatura da uomo, con cui deve affermarsi in un mondo maschile che la guarda con ostilità e la mortifica” sottolinea l’attrice parlando alla stampa. “Lei continua a vivere con cinismo, vede in Leonardo un mentore, ma nonostante tutto continua a vivere una strana purezza”.

A Guido Caprino, ex-militare passato nelle fila della Lega Nord, ora sottosegretario al Viminale, il compito di rompere l’alleanza tra Bossi e Berlusconi, e per farlo tenterà ogni strada. “In realtà l’idea della serie non è di Accorsi, ma la mia” scherza l’attore che a proposito del suo Pietro Bosco, “nessuno dei personaggi cambia del tutto, la natura viscerale resta quella”.

Molto bravo ad interpretare un Berlusconi messo in crisi dalla politica e dalla magistratura, che si commuove ascoltando Pavarotti, mentre la magistratura gli consegna il primo avviso di garanzia per presunta corruzione (da cui fu poi assolto reato), è Paolo Pierobon che ogni giorno si sottoponeva ad una lunga sessione di trucco per entrare nel personaggio. “E’ stato un personaggio più che interpretato, inventato, specie nelle scene private. Ci si trova ad avere un ruolo più grande, non si pensa al politico, ma al ruolo di potere, che concede una visione più ampia. E poi quegli anni io li ho vissuti in prima persona, ero a Milano, e sono stato testimone di quel cambiamento”.



E spetta ad Accorsi, rispondere alla domanda sui cambiamenti che quegli anni hanno prodotto sulla realtà odierna. “Gli eventi politici degli ultimi anni, anche recenti, hanno subito un’evoluzione antropologica rispetto agli anni della serie. I media per esempio all’epoca sono entrati in modo spregiudicato nella politica, così come oggi avviene con i social. Non c’è più un filtro tra il leader ed il popolo, c’è una comunicazione sempre più tendente al fuori, e questa storia racconta dell’uomo nuovo, la Lega, che inizia a fare politica. Penso che ci siano degli elementi, non provocatori, che ci invitano a far riflettere sul presente, e visti gli ultimi fatti politici sembra proprio così. Gli sceneggiatori hanno fatto un lavoro poderoso riuscendo a mischiare personaggi reali e di fantasia”.

Lorenzo Mieli, tra i soci della casa di produzione Wildside e figlio di Paolo Mieli, negli anni della serie il vero direttore del Corriere della Sera, che per primo pubblicò la notizia dell’indagine della procura milanese su Berlusconi, sottolinea che “quando abbiamo iniziato a lavorare sulla serie era il 2011, la fine del ciclo berlusconiano, e volevamo raccontare la rivoluzione, terrore e restaurazione, per questo abbiamo chiesto agli sceneggiatori di osare per dare una chiusura ai personaggi e magari anche una chance di rilancio. I due personaggi rivoluzionari, Di Pietro e Berlusconi, vengono entrambi traditi, ribaltati ed abbiamo visto che oggi la storia si ripete”.

Una delle domande ricorrenti nella conferenza stampa è se Berlusconi abbia visto la serie.”Non so se Berlusconi l’abbia vista o la vedrà” risponde Accorsi "ma posso dire che da Berlusconi in poi questi leader politici sono diventati dei frontman, ma spero non siano degli assassini come il mio personaggio”. “Berlusconi ci ha raccontato a pranzo centinaia di aneddoti della sua vicenda politica” racconta Mieli “e noi abbiamo trattato liberamente delle cose e lui non ci ha fatto nessuna raccomandazione su come avrebbe essere rappresentato”.

La forza della serie è dimostrata anche dal numero dei paesi in cui è venduto ci tengono a sottolineare da Sky, ben 100 paesi, “perché l’Italia sembra avere delle storie incredibili rispetto ad altri paesi evoluti, molti adolescenti, hanno visto questa storia, e mi capita andando in giro per l’Italia di sentirlo proprio da loro” aggiunge Stefano Accorsi.

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