“Il Crepuscolo dei sogni” inaugura in streaming la stagione deI teatro Massimo di Palermo: un evento tra opera e tv

Il crepuscolo dei sogni (credit Rosellina Garbo)
Il crepuscolo dei sogni (credit Rosellina Garbo)
di Totò Rizzo
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Lunedì 25 Gennaio 2021, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 11:32

Avrebbe dovuto inaugurare «Onegin» di Ciaikovski ma la pandemia soffia ancora per cui, come altri teatri lirici italiani, il Massimo di Palermo si sarebbe trovato a fare di necessità virtù, ad adattare l’opera dal vivo alle ragioni estetiche e tecniche dello streaming. E invece ha deciso di osare, di tentare il “salto”: il sovrintendente Francesco Giambrone, il direttore artistico Marco Betta e il direttore musicale Omer Meir Wellber (che sarà anche sul podio) hanno pensato a un vero e proprio evento televisivo, a una “non opera” che compendiasse però tante opere, dal barocco ai tempi moderni, da Monteverdi a Bernstein, passando per Purcell, Haydn, Rossini, Wagner, Boito, Verdi, Strauss ed altri, affidando l’impresa al regista tedesco Joannes Erath, visionario quanto basta per creare «Il crepuscolo dei sogni», praticamente una “prima assoluta” in scena – o meglio, in onda gratis sul sito web del teatro, www.teatromassimo.it – domani (martedì 26 gennaio 2021) alle 20.

 

Il Massimo (terzo fra i teatri lirici più grandi d’Europa) diventa dunque in ogni sua parte (dal palcoscenico alla platea – libera dalle poltrone –, dai cinque ordini di palchi al loggione) un set televisivo per un racconto post-apocalisse, su una coppia che si trova al termine di un lungo lockdown, in una fredda luce lunare, in mezzo ad una coltre lanuginosa a metà tra neve e polvere.

Presenza costante è la Violetta di Verdi, simbolo di una malattia polmonare che ha forse scatenato una pandemia. Orchestra distanziata sul palcoscenico (una pedana per ogni strumentista), cantanti (il soprano Carmen Giannattasio, il baritono Markus Werba e il basso Alexandros Stavrakakis), Coro, Corpo di Ballo e Voci bianche che agiscono a 360 gradi nel grande spazio ideato sul finire dell’800 dagli architetti Basile.

La fondazione lirica palermitana batte ormai da anni la strada dei nuovi media. Dal 2015 ha trasmesso in streaming tutte le “prime” delle sue stagioni di opere e balletti. Ha stretto lo scorso anno un accordo con Google e YouTube e si è tecnicamente attrezzata come un centro di produzione televisiva. Basti pensare che la ripresa diretta de «Il crepuscolo dei sogni» (la firma Antonio Di Giovanni, la trasmetterà nelle prossime settimane la tedesca Arte) è affidata a 9 telecamere, due “dolly”, una steadycam, una spidercam (il drone che corre su fili), una regia audio di ultima generazione con cinque computer, una regia video sorvegliata da dieci monitor più due monitor per l’emissione: al lavoro una squadra tecnica coordinata da Gery Palazzotto.

D’altronde, dicono al Massimo, se è vero che, usciti dall’incubo del virus, nulla sarà più come prima, anche i teatri d’opera dovranno garantire un’offerta più vasta. E dunque si tornerà finalmente agli spettacoli dal vivo ma è probabile che, accanto ai cartelloni tradizionali, si affiancheranno quelli pensati appositamente per il web. «Il crepuscolo dei sogni» – nato come evento della web tv di oggi dentro un teatro inaugurato 124 anni fa – potrebbe indicare la strada. 

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