Gigi Proietti dirige fino al 3 agosto la tragedia in chiave moderna e con giovani promesse della recitazione: la protagonista suona il rock e Mercuzio usa il rap per raccontarsi. Quella spensieratezza precipita con gli eventi fino all'epilogo letale per i due innamorati di Verona. La festa a casa Capuleti sembra, spiega il regista, “una specie di sliding door”, mette in scena epoche diverse in un vortice di possibilità all'insegna del what if: «E se Romeo decidesse di non andarci? E se tutta la storia fosse solo il sogno di una giovane mente eccitata dall'amore?».
Dopo “la soddisfazione indicibile”, parole sue, dell'edizione scorsa che ha celebrato i dieci anni del Globe, l'unico teatro ricostruito ome l'originale elisabettiano in Italia, con 51mila presenze quest'anno è prevista una novità: «A fine stagione - promette Proietti - facciamo uno Shakespeare Fest dedicato alle produzioni dei giovani indipendenti: un modo per mantenere vivace un interesse verso un'icona». L'evento è curato dalla figlia Carlotta e da Daniele Dezi.