Storia di un’identità cercata, Stefania Rocca all'Apollo di Lecce

Storia di un’identità cercata, Stefania Rocca all'Apollo di Lecce
di Eraldo MARTUCCI
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Giovedì 25 Maggio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:33

L’espressione artistica è sempre stata un formidabile strumento per interpretare la realtà con i suoi problemi, contraddizioni, sviluppi e rivendicazioni di nuovi diritti. E a “La madre di Eva”, il commovente romanzo di Silvia Ferreri (finalista al premio Strega nel 2018) che racconta la storia di una persona nata in un corpo sbagliato, Stefania Rocca si è liberamente ispirata per l’omonimo spettacolo di cui cura anche adattamento e regia. Spettacolo che andrà in scena al Teatro Apollo di Lecce oggi e domani alle 21 per l’ultimo appuntamento (fuori abbonamento) della stagione teatrale del Comune in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.

Sul palco, assieme alla celebre e brava attrice, ci saranno pure Bryan Ceotto e Simon Sisti Ajmone. Dopodomani alle 11, infine, all’Istituto Costa di Lecce si terrà l’incontro pubblico in cui interverranno Stefania Rocca, Gabriella Margiotta dirigente dell’Iiss Galilei - Costa - Scarambone, e Fabiana Cicirillo assessore alla Cultura del Comune di Lecce.

Dialogo tra una madre e la propria figlia che vuole diventare uomo

“La madre di Eva” è la storia, toccante e contemporanea, di una madre che parla a sua figlia - lei l’ha sempre considerata una femmina - in una clinica di Belgrado, mentre al di là del muro, stanno preparando la sala operatoria e i dottori tracciano linee verdi sul corpo nudo di Alessandro, per permettergli di realizzare, finalmente, il suo desiderio: «Prima dei miei diciotto anni voglio sottopormi all’intervento che mi renderà quello che sono davvero: un uomo». In un dialogo surreale senza risposte, sospeso tra l’immaginato e il reale, la madre racconta la loro vita fino a quel momento.

Un viaggio costellato di amore e odio, sensi di colpa, paure, desideri e speranze. Madre e figlio sono le facce di una società che evolve e non dà tempo, ci spiazza e ci rende soli. 

«Con questo spettacolo, voglio raccontare il forte contrasto generazionale e le tematiche transgender dal punto di vista di chi ne è fisicamente coinvolto e anche di chi, in quanto genitore, sente il dovere di proteggere “la sua creatura” - spiega Stefania Rocca - con il timore delle discriminazioni che la società spesso riserva a coloro che perseguono un percorso di transizione. Per Alessandro la transizione è un percorso che modifica il corpo, non l’identità. Lui è nato uomo. Non c’è un prima e un dopo. Per la madre, condizionata da un pregiudizio ancestrale, la transizione è un calvario ingiustificato oltre a essere un insulto al “frutto del suo seno”. L’amore e l’ansia di essere una madre perfetta, la portano a guardare da un’unica prospettiva, la sua, fino a quando lei stessa non sarà in grado di comprendere e abbattere quel muro di solitudine che le ha divise, fino al momento in cui entrambe rinasceranno».
 

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