Sophia Loren: «I silenzi, il mare, la spiaggia. In quest'angolo di Puglia ho ritrovato la magia di Napoli»

Sophia Loren: «I silenzi, il mare, la spiaggia. In quest'angolo di Puglia ho ritrovato la magia di Napoli»
di Ilaria MARINACI
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 14:57

«Bari mi ha ricordato Napoli: i silenzi, il mare, la spiaggia, il tempo». Sarà disponibile solo su Netflix dal 13 novembre La vita davanti a sé, il film girato fra Bari e Trani nell'estate del 2019 che segna il ritorno sul set di Sophia Loren, celebrata icona del cinema mondiale, a dieci anni di distanza dall'ultima volta. A dirigerla, dietro la macchina da presa, il figlio Edoardo Ponti che firma con Ugo Chiti il soggetto e la sceneggiatura, tratti dall'omonimo best-seller internazionale di Romain Gary. La produzione è di Palomar e Artemis Rising Foundation con il sostegno di Regione Puglia, Puglia Promozione e Apulia Film Commission. Tema portante della colonna sonora l'inedito Io sì (Seen) di Laura Pausini che verrà proposta per la nomination all'Oscar.

Presentato ieri in una conferenza stampa in streaming, il film racconta la storia di Madame Rosa (la Loren), un'anziana ex prostituta ebrea, reduce da Auschwitz, che nel suo appartamento si prende cura dei figli delle immigrate clandestine che si vendono per strada. Con riluttanza, Rosa accetta la proposta del Dr.Coen (Renato Carpentieri) di farsi carico di Momo, un rissoso preadolescente senegalese musulmano (l'esordiente Ibrahima Gueye). I due, diversi in tutto, avranno all'inizio una relazione molto conflittuale, che ben presto si trasformerà in una profonda amicizia, quando, nonostante tutto, capiranno di essere anime affini legate da un destino comune. Nel cast anche Iosif Diego Pirvu, Massimiliano Rossi, Abril Zamora e Babak Karimi.

La Loren, collegata con il figlio dalla sua casa di Ginevra e senza mai lasciargli la mano, confessa di aver deciso di ritornare a recitare proprio per la potenza della storia. «Non mi sono neanche accorta dice di essere rimasta così tanti anni lontana dai set. Forse perché avevo bisogno di riposare la mia testa e di vivere una vita di famiglia. Quando, però, Edoardo mi ha proposto di essere Madame Rosa, che io già conoscevo dal libro e che mi aveva intenerita molto, ho cominciato a rimuginare su quanto il cinema sia per me essenziale e ho voluto riprendere: la storia valeva davvero la pena.

Lo spettatore oggi cerca al cinema una bella storia. Per vederla e goderne».

Madame Rosa, dice, le ricorda sua madre Romilda, che l'attrice due volte Premio Oscar ha interpretato nella miniserie Rai La mia casa è piena di specchi, nel suo ultimo ruolo prima di fermarsi. «Una donna ricorda che parlava molto, che si faceva sentire e che, nei momenti in cui era giù per via di mio padre, ripeteva una frase che ricorre nel film: È quando non ci credi più che succedono le cose belle. Mi è rimasta sempre impressa».
Ponti ha già diretto la madre altre due volte (in Cuori estranei del 2002 e nel corto Voce umana del 2014). «Approccia ogni film sottolinea Edoardo come se fosse il primo, con la stessa ansia e spontaneità. Questo la rende l'artista che è».

La storia nel libro si svolge a Parigi, ma il regista ha voluto ambientarla a Bari. «Volevo una città spiega che fosse crocevia di etnie e mosaico di culture e religioni. Ma anche una città calda e umana, con tanta luce e grandi colori vivi, dove calare personaggi che vivono la vita pienamente».

Ripercorrendo la sua straordinaria carriera, la Loren ricorda il suo legame con Napoli, i suoi inizi («devo tanto all'incontro con Vittorio De Sica») e rivela il suo unico rimpianto professionale. «Tanti anni fa Luchino Visconti mi propose di fare la Monaca di Monza, un personaggio che amavo tanto. Poi, però, non mi ricordo per quali ragioni, non se ne fece nulla».

La pandemia in corso la spaventa molto ma la chiusura di cinema e teatri la rattrista. «Sono rifugi dove ritrovarsi. La salute fisica è importante rimarca ma conta anche la salute emotiva».
Intanto, in America si dice che per il ruolo di Madame Rosa sia in odor di Oscar. Il terzo. «Non ci voglio neanche pensare si schermisce che già il cuore mi batte forte. Il mio Oscar è stato lavorare a questo bellissimo film con mio figlio».
 

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