La risata è femmina, al pubblico piace e il mercato risponde, aprendo le porte di cinema e tv alle comiche di nuova generazione. Lo dice, innanzitutto, il successo di LOL, il programma di Amazon Prime vinto da un uomo (Ciro dei The Jackal) ma trainato dalla forza dirompente delle tre protagoniste: Caterina Guzzanti, Katia Follesa e Michela Giraud. «Io ho sempre pensato che la comicità fosse una sola, senza genere - dice la romana Giraud, 33 anni, a maggio su Comedy Central (Sky) alla guida del programma comico CCN e a giugno nel film Maschile Singolare di Matteo Pilati e Alessandro Guida - ma senza dubbio questo è il momento delle ragazze. Succede non solo nella comicità ma in generale nel mondo. E il moltiplicarsi delle vetrine, tra web e piattaforme, aumenta le possibilità».
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LE RAGIONI
Alla base del fenomeno, secondo la 38enne pugliese Daniela Delle Foglie, tra le autrici di CCN e della serie Sbagliata, podcast ideato insieme a Virginia Valsecchi con la seconda stagione in arrivo a fine anno, «c'è la capacità di fare squadra.
Anche la 21enne casertana Aurora Leone è entrata nel gruppo dei comici napoletani, dopo essere stata notata nel reality Italia's Got Talent: «Erano alla ricerca di comiche donne per ampliare il loro raggio d'azione, e il primo pezzo che ho realizzato per loro è stato uno sketch sul ciclo. Mi piace ironizzare su me stessa: essendo una donna parlo del mio mondo, normalizzando quel che per gli uomini magari è un tabù».
Presto a fianco di Giraud in CCN, ma forte di una gavetta che ha attraversato la nuova tv delle ragazze di Serena Dandini, il programma di Rai2 Battute e il recente show comico di Rai4 Pigiama Rave di Saverio Raimondo, per la 30enne romana Guia Scognamiglio «il segreto è l'empatia. Quando una donna riesce a liberarsi di tutte le sovrastrutture, e si concede la libertà di essere buffa, goffa ma non necessariamente carina, è un atto liberatorio».
IL DIGITALE
Fuori dal coro la voce della milanese Valeria Graci, 41 anni, ex compagna di palco di Katia Follesa, inviata di Striscia la Notizia e lo scorso marzo alla co-conduzione del PrimaFestival di Sanremo: «Sicuramente il digitale ha cambiato le cose, dando una vetrina a persone che altrimenti avrebbero fatto fatica a farsi conoscere. Ma le donne brave a far ridere sono poche, e c'erano anche prima del boom. Quando lavoravo con Katia ci facevano le stesse domande di adesso: ora vanno tutti pazzi per la comicità femminile, ma secondo me è una moda periodica».
Al lavoro su una «grande serie internazionale per la tv», dopo il grande successo web con la serie Sbratz, secondo la 29enne romana Serena Tateo «questo rinascimento è in parte dovuto alla fortuna della stand up, un genere che ha convinto le donne a mettersi in gioco affrontando sentimenti per cui non siamo state educate, cioè la rabbia e il conflitto. La tv sta facendo passi avanti, ma serpeggia il malumore per il moltiplicarsi di prodotti al femminile. La comicità è neutra, ma chi ha detto che il neutro sia per forza maschile?».