Pip Torrens, il cattivo di "The Nevers": «Una fiction fantascientifica ambientata nell'800. Per parlare dei problemi di oggi»

Pip Torrens, il cattivo di "The Nevers": «Una fiction fantascientifica ambientata nell'800. Per parlare dei problemi di oggi»
Pip Torrens, il cattivo di "The Nevers": «Una fiction fantascientifica ambientata nell'800. Per parlare dei problemi di oggi»
di Donatella Aragozzini
2 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Aprile 2021, 08:39

Una trama fantascientifica, ma di ambientazione storica. È decisamente sui generis The Nevers, la produzione HBO con Laura Donnelly, in onda da stasera alle 21.15 su Sky e NOW (e in lingua originale sottotitolata ogni lunedì notte alle 3.00, in contemporanea con gli USA), che ha per protagonisti i “Touched”, un gruppo di persone, perlopiù donne, che nella Londra di fine ‘800 hanno acquisito poteri paranormali e devono fare i conti con nemici inarrestabili e con una missione che potrebbe cambiare il mondo. 


Ce ne parla Pip Torrens, attore britannico già interprete di altre serie molto amate, come Poldark e The Crown, che qui veste i panni di Lord Gilbert Masson, uno dei “cattivi”.


Chi è Lord Masson?
«È un ex militare diventato industriale, fondatore degli “Illuminati”, un misterioso gruppo che controlla i poteri politici. È determinato a eliminare i “Touched”, che reputa pericolosi per il tessuto sociale, con i mezzi militari che gli sono più familiari. Non è, tuttavia, un personaggio bidimensionale: ha, come tutti in The Nevers, una storia che spiega perché si comporta così».


Cosa può dire, allo spettatore moderno, un fantasy storico con elementi soprannaturali?
«L’ambientazione è storica, è vero, ma quasi immediatamente pensi: “Aspetta...

questa è una situazione abbastanza universale”, “questo mi ricorda alcuni politici visti in tv” o “di questo ne stiamo parlando con le nostre figlie, sorelle, mogli e madri”».


Qual è il fascino di questa serie?
«La cosa così eccitante è che ha una lunga durata e quasi tutti i protagonisti passano attraverso straordinarie trasformazioni. E abbiamo bisogno che lo facciano, abbiamo bisogno di sentire di aver fatto un viaggio con loro».

 
La serie inizia con molte domande senza risposta. Interpretandola, tutto ha avuto senso per lei?
«No! Io non so quanto sappia Massen, so solo che è profondamente combattuto. Immagino che abbia le chiavi del regno... se ci sono le chiavi e se c’è un regno!»


Com’è stato girare durante la pandemia?
«Avendo avuto un lungo stop, è stata come una di quelle diete in cui non mangi per 16 ore e poi apprezzi davvero il tuo porridge quando finalmente lo hai nel piatto. Era così, ma molto, molto di più».
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