ROMA - «Vogliamo raccontare chi siamo e cos’è il nostro Paese nelle luci e nelle ombre, metà giardino e metà galera, come direbbe De Gregori. Vogliamo far saltare i tabù culturali e dar voce all’immaginazione italiana, affrontare temi nuovi e rimossi, lontani dai cliché». È l’ambizioso piano di Netflix nelle parole di Tinny Andreatta - da luglio 2020 vice presidente delle Serie Originali Italiane Netflix dopo aver diretto per anni Rai Fiction - nella sua prima uscita pubblica ufficiale. Solista, davanti a un piccolo gruppo di cronisti, la donna che sceglie di che racconti ci nutriremo elenca una breve lista in cui spiccano adattamenti da romanzi e storie vere, come Tutto chiede salvezza, Premio Strega Giovani di Daniele Mencarelli su un ragazzo sottoposto a Tso, affidato per la regia a Francesco Bruni e interpretato da Federico Cesari, e La vita bugiarda degli adulti, ennesima trasposizione da Elena Ferrante. Alla regia di quest’ultimo c’è Edoardo De Angelis, che ha scelto un’esordiente nel ruolo della protagonista Giovanna e Valeria Golino in quello della zia Vittoria.
Si parla anche di antieroi, con il thriller mystery Nemesis, che indaga su chi siamo e da cosa siamo determinati e si punta, appunto, a scuotere le coscienze, con una serie in sviluppo, non meglio precisata, «sulla sessualità femminile, che tocca il tabù della maternità».
Per fotografare un Paese in evoluzione Netflix punta anche sulle storie “d’epoca” che provano a dirci qualcosa sull’oggi: Briganti, ambientato nel periodo post-unitario, declinato al femminile e scritto dal collettivo GRAMS*, e Lidia Poët, tratto dalla storia vera della prima avvocata in Italia (Torino, fine 1800), che avrà il volto di Matilda De Angelis e sarà diretta da Matteo Rovere e Letizia Lamartire.