Sanremo 2020, parla Rula Jebreal: «Censurata perché la mia diversità fa paura»

Sanremo 2020, parla Rula Jebreal: «Censurata perché la mia diversità fa paura»
di Nico Riva
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Lunedì 6 Gennaio 2020, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 17:42

Dopo le polemiche degli ultimi giorni, culminate con l'esclusione dal Festival di Sanremo 2020, la giornalista italo-israeliana Rula Jebreal dice la sua. E non ha alcun pelo sulla lingua. «Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi come me, che appartengono a un'Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace», ha affermato la giornalista in un'intervista a Repubblica. 

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Rula Jebreal ha 46 anni, fa la giornalista, la scrittrice ed è in prima linea nella lotta contro la violenza sulle donne. Vive negli Stati Uniti, ma possiede la doppia cittadinanza israeliana e italiana. Dopo un'infanzia difficile, trascorsa in un orfanotrofio di Gerusalemme a causa del suicidio della madre, arrivò in Italia a 19 anni, per studiare. Amadeus, che condurrà l'edizione 2020 di Sanremo, l'aveva contattata per partecipare a questo 70° Festival. Lei aveva accettato con entusiasmo e ora ringrazia Amadeus per l'opportunità, anche se non è andata a buon fine. «Gli auguro grande successo, nonostante quel che è accaduto, perché l'ho trovato sinceramente impegnato a mettere al centro del palco dell'Ariston, oltre alle canzoni, anche una questione drammatica come la violenza sulle donne. Super gentile, era entusiasta, mi ha incoraggiato. Amadeus non ha nessuna colpa», ha voluto precisare Jebreal. 

Ma i vertici Rai hanno cambiato idea, dopo che la notizia della sua presenza è trapelata, scatenando un polverone di polemiche dentro e fuori dai social. «Sabato scorso mi hanno telefonato pregandomi di rinunciare spontaneamente», racconta la giornalista. «Mi sono rifiutata. Gli ho scritto: se volete censurarmi, dovete essere voi ad assumervene la responsabilità». Detto fatto, Rula Jebreal è stata esclusa dal Festival. Le polemiche hanno continuato ad alimentare il dibattito degli ultimi giorni, dividendo l'opinione pubblica e volti noti dello spettacolo e della politica in due fazioni, come l'anno scorso con il caso di Mahmood. E a questo proposito Rula Jebreal si chiede: «Cosa vuol dire essere italiani? Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee? L'Italia che noi sognamo per i nostri figli è un Paese collegato al resto del mondo».

Il dispiacere e lo stupore della scrittrice italo-israeliana per la vicenda che l'ha vista involontariamente protagonista non hanno tuttavia minimamente intaccato la sua voglia di lavorare a nuovi progetti e il suo impegno verso le giuste cause. «Vorrei essere giudicata per il mio lavoro, è chiedere troppo? Sanremo sarebbe stata un'occasione ideale di apertura al mondo. Resto allibita. Sono grata all'Italia, e dopo quello che è successo, intensificherò le mie presenze qui. Impegnarsi contro la xenofobia e la violenza sulle donne non deve essere né di destra né di sinistra». 

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