Sanremo 2020, le pagelle delle canzoni: Elodie e Rancore emozionano, delusione Zarrillo e Pelù

Sanremo 2020, abbiamo ascoltato tutte le canzoni: ecco le nostre pagelle
Sanremo 2020, abbiamo ascoltato tutte le canzoni: ecco le nostre pagelle
di Rita Vecchio
10 Minuti di Lettura
Sabato 18 Gennaio 2020, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 21:50

ACHILLE LAURO 
“Me ne frego”  
(Sony) // Testo: Lauro De Marinis (Achille Lauro) - Musica: Daniele Dezi, Daniele Mungai, Matteo Ciceroni, Edoardo Manozzi
“Ci son cascato di nuovo” canta a rotta di cuffia (e autotune) Achille Lauro. Della famosa Rolls Roys ha tanto. Per energia. Per motivo. Per struttura. Punk, rock, dance. Canta di “dannate cose” e “Me ne frego” alla Vasco e di “St’amore è panna montata al veleno” (vedi “gelato” di Nannini). 
Voto: 5

ALBERTO URSO
“Il Sole a est”
(Universal) // Testo e musica: Pietro Romitelli, Gerardo Pulli
Accenno di assolo strumentale e poi parte l’acuto del lirico pop di Urso. Un classico che strizza l’occhio all’opera melodica di contemporanea visione. Una dedica d’amore, con nostalgica voglia di tornare sempre e comunque: “In questa vita complicata/ritornerò da te” perché “sei come il Sole a est”. 
Voto: 6 


ANASTASIO
Rosso di rabbia 
(Sony)// Testo: Marco Anastasio - Musica: Marco Anastasio, Luciano Serventi, Marco Azara, Stefano Tartaglini
Un "rivoluzionario provetto” che attacca. Il rap è l’arma. E vive tra il sentirsi “disinnescato” e una “bomba ad orologeria”. Una rabbia che sfocia sulla melodia. E urla aiuto tra elettronica e rock. E che chiude con un “Panico panico/sto dando di matto/ qualcuno mi fermi/fate presto/per favore/per pietà”. Redenzione?
Voto: 6


BUGO e MORGAN
“Sincero” 
(Tetoyoshi) //Testo: Cristina “Bugo” Bugatti,  Marco “Morgan” Castoldi, Andrea Bonomo - musica: Andrea Bonomo, Simone Gianmario Bertolotti
Esordisce il synth che apre sulla voce di Morgan. Poi arriva Bugo. Stile del brano interessante, fuori dallo schema, con ritornello (“Volevo fare il cantante delle canzoni inglesi”) e variazioni sul tema. Tra accelerati (“abbassa la testa, lavora duro, paga le tasse,…”) e rallentati (“Però di te mi importa veramente”…). Voce tra Battisti e Battiato, suoni alla Bluvertigo, un tuffo negli anni ’80 e un riflesso anni’60. 
Voto: 7

DIODATO
"Fai rumore” 
(Carosello)//Testo: Diodato - Musica: Diodato, Edwyn Roberts
Ballad che di più melodico non c’è. Nostalgia, tra un amore di andate e ritorni. Di relazioni e di insostenibili lontananze (“Mi fai rumore sì, che non lo posso sopportare, questo silenzio innaturale”). Un grido di dolore, con tanto di eco e cori alla fine. Canzone introspettiva? Forse sì. Autobiografica? Forse pure. 
Voto: 6


ELETTRA LAMBORGHINI
“Musica (E il resto scompare)”
(Universal)// Testo: Davide Petrella - musica: Michele Canova Iorfida 
Sensualità a suon di un reggaeton trascinante. Al centro una donna che aspetta (lei?), che si accorge di essersi “innamorata di un altro cabron, esta es la historia de un amor”. Musica (e il resto scompare), sì. Ma il sogno di riavere l’amore perso, no. Quello non scompare. 
Voto: 6


ELODIE 
“Andromeda"
(Universal)//Testo: Alessando Mahmoud (Mahmood) - Musica: Dario Faini (Dardust)
“Non sarò la tua Andromeda”, “Non sarai mio marito” e “ci penso qua sul letto mentre ascolto da ore la solita canzone di Nina Simone”. Inizio di una storia (la sua con Marracash), tra incertezze e voglia di esserci. Ad Elodie il merito di cantare una canzone difficile per suono e testo. Ritmo dance che rincorre il pop, voce che sale e scende da un’ottava all’altra senza paura. 
Voto: 8


ENRICO NIGIOTTI
"Baciami adesso”
(Sony)// Testo e musica: Enrico Nigiotti
Inizio un po’ lento, il resto orecchiabile (e con orchestra forse renderà di più). Accordi e testo sono tutti di Nigiotti. E si sente. Un’autobiografica dichiarazione d’amore sul “Baciami, baciami, baciami adesso”. Con tanto di versi romantici rivolti all’amata (alla sua Giulia?) “e penso a te, sei l’unica stanza che mi salva dal disordine”. 
Voto: 6


FRANCESCO GABBANI
“Viceversa"
(BMG)// Testo: Francesco Gabbani, Pacifico - Musica: Francesco Gabbani
Dimenticate il Gabbani della scimmia saltellante sul palco. Perché qui fischietta placido e tranquillo una filastrocca sonora (“ma se dovessimo spiegare in pochissime parole il complesso meccanismo, che governa l’armonia del nostro amore”). Si pone domande (“che cosa ci resta dopo un vita al centro della festa?”) con tanto di momento riflessione su “amore” e “vita normale" con il “ti amo” sul finale. 
Voto: 7

GIORDANA ANGI
"Come mia madre”
(Universal) //Giordana Angi, Manuel Finotti
Canzone per la madre. “Ti chiedo scusa se non ti ho mai detto, quanto ti voglio bene, tu che hai trovato sempre un posto dove nascondere le mie paure, è che l’orgoglio a volte è un mostro”. Commovente e poetica tra struggenti parole e archi di sottofondo che fanno da eco. È più la voce del cuore che canta, e il non detto del ricordo che guida. 
Voto: 6

IRENE GRANDI 
"Finalmente io”
(OTR) //Testo: Vasco Rossi, Roberto Casini, Andrea Righi - musica: Vasco Rossi,
Gaetano Curreri, Roberto Casini, Andrea Righi
Rock, chitarra e voce. Si sente tanto Vasco. “Da sempre arrabbiata/da sempre sbagliata” è Irene Grandi che ritorna alla grande. Energia c’è. Il brano pure. È la canzone scritta perfettamente per lei (come lo era stata “La tua ragazza sempre” nel 2000, su questo stesso palco). 
Voto: 7


JUNIOR CALLY 
"No grazie”
(Sony) //Testo: Junior Cally, Jacopo Angelo Ettore - Musica: Jacopo Angelo Ettore, Merk & Kremont, Eugenio Davide Maimone, Leonardo Grillotti)
Mette le mani avanti dicendo che non ha i superpoteri, ma i “no, grazie” (84 in totale che si rincorrono nel testo) li sa dire. E al rap affida di parlar di politica. Junior Cally, il cantante con la maschera diamantata, cita Salvini e Renzi (“Spero si capisca che odio il razzista che pensa al Paese ma è meglio il mojito e pure il liberista di centro sinistra che perde partite e rifonda il partito”). E urla vendetta. 
Voto: 8

LE VIBRAZIONI 
“Dov’è"
(432 Srl/A1 Entertainment Spa) //Roberto Casalino, Francesco Sarcina e Davide Simonetta
“Chiedimi se sono fuori posto/in questo posto/chiedimi tutto basta che qualcuno/mi risponda adesso”. E la domanda è: Dov’è. Una ballad anni ’70  in un 4/4 che sa di testo romantico, riflessivo e un po’ arrabbiato. Di uno (Francesco Sarcina compreso) che ha “una clessidra ferma al posto del cuore/e un piano alto dove puoi vedere tutto”. Per la serie: si può risorgere dalle ceneri!
Voto: 6


LEVANTE 
“Tikibombom"
(Warner) //Claudia Lagona (Levante)
Tanta poesia per questa ballad dalla struttura classica. Si canta l’emarginazione, gli ultimi, gli esclusi. Quelli che sono fuori dal branco. E dal Tikibombom (“balli il tango mentre tutto il mondo/muove il fianco sopra/un tempo che fa Tikibombom”). Una lettera che sa di inclusione, indirizzata a chi ha da dire nonostante non scelga la strada facile, quella della maggioranza: “laggiù, tra cani e porci/figli di un dio minore/pronti a colpirci/per portarci giù con sé”. 
Voto: 7


MARCO MASINI 
"Il confronto”
(Sony)//Testo e musica: Marco Masini, Federica Camba. Daniele Coro
È il confronto con la sua immagine riflessa. Di lui davanti a uno specchio, insomma. In un testo malinconico e nostalgico allo stato puro. Perché quando si parla d’amore si sa, ”il cuore è un killer preso alle spalle” e “la vita è un flipper e infatti ci giochiamo”. 
Voto: 5


MICHELE ZARRILLO
"Nell’estasi o nel fango”
(Starpoint Corporation)//Testo: Valentina Parisse - Musica: Michele Zarrillo 
Pop con accenni rock che non tolgono però quel monotòno dall’inizio alla fine. Anche quando è il piano che prende il posto della chitarra e la batteria chiude. La voce di Zarrillo c’è (e si sente a tratti Mango), pure sugli acuti in falsetto. E canta l’esistenzialismo, “Vorrei fosse vero/Ma resto ancor in piedi/Sia nell’estasi o nel fango”, ed è pronto alla fine “a rischiare un po’ di più”. 
Voto: 5

PAOLO JANNACCI 
"Voglio parlarti adesso”
(Ala Bianca) //Testi: Andrea Bonomo, Paolo Jannacci - Musica: Emiliano e Maurizio Bassi
“Là fuori c’è la guerra e dormi/Ma qui ci penso io a te”. Elegia d’amore di un padre che parla alla figlia. Piano e voce per una canzone classica. “Non sarò mai pronto a dirti sì, ma tuo padre sarà sempre qui”. 
Voto: 5

PIERO PELÙ 
“Gigante"
(Sony)//testo: Piero Pelù - musica: Piero Pelù, Luca Chiaravalli
È la dedica elettronica e rock dedicata al nipotino (“Tu sei il mio Gesù la luce del nulla, un piccolo Buddha”). Lo definisce il “gigante”. E con il cuore di nonno gli augura il meglio: “Spacca l’infinito e rubagli un minuto al mondo/mondo per fare un castello volante/con la fantasia di un bambino gigante”). 
Voto: 5


PINGUINI TATTICI NUCLEARI 
"Ringo Starr"
(Sony)//Testo e musica: Riccardo Zanotti
La band bergamasca è la quota indie rock del festival. Travolgente, ritmata che si apre al funk e al pop. E in un ritornello che ripete: ”In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr”. Uooh, Uooh. 
Voto: 6

RANCORE 
“Eden”
(Universal) // Testo: Rancore - musica: Dario Faini (Dardust)
Un racconto in musica (“in questo mondo proibito come l’eden”) che spacca. La base dagli accordi delicati alla Rene Aubrì fanno a cazzotti con il testo, duro, secco, deciso. Rap ed elettronica si fondono. L’asindeto dà ancora più ritmo (Stacca, mordi, spacca, separa/Amati, copriti, carica, spara/Stacca, mordi, spacca, separa/Amati/carica”). E il “ta ta ta” (e lo sparo finale) scandisce gli errori sociali ('11 settembre, Iraq, Siria, guerre e “falsi frutti”).
Voto: 9

RAPHAEL GUALAZZI 
“Carioca"
(Sugar)// Testo: Raphael Gualazzi e Davide Petrella - musica: Davide Pavanello 
L’intro al piano inganna. Ma dietro l’angolo si prepara l’energia trascinante di questa danza tradotta in ritmi cubani con percussioni, brass e “montuno”, sonorità esotiche e intermezzo latin. Un tuffo nell’urban music, voci e confusione di sottofondo, per il viaggio solitario di un cuore spezzato (“Una voce/mi sospira dai balla con me/Occhi scuri e pelle carioca”) che cerca pace (“Voglio una vita che non finisce più/Ma chi l’avrebbe detto/Sento solo la musica/Carioca”). 
Voto: 6


RIKI 
"Lo sappiamo entrambi” 
(Sony) // Riccardo Marcuzzo (Riki), Riccardo Scirè, Riccardo Marcuzzo (Riki)
Monotona e a tratti stucchevole. Stessa linea melodica senza sorprese da inizio alla fine e un testo che canta l’amore agli sgoccioli (“Restiamo distanti restandoci accanto”). Sarà solo lui (e l’orchestra) che sul palco potrà (eventualmente) fare un saltino in avanti. 
Voto: 5


RITA PAVONE 
"Niente (Resilienza 74)"
(BMG) //Testo e musica: George Merk 
Rock a tratti prepotente, con un pezzo scritto per lei dal figlio George. Resilienza la parola chiave, tradotto in una grinta testuale e musicale che tira le somme di 74 anni di esistenza. Tra disillusione (“pensavo che ad ogni seme piantato corrispondesse un frutto/dopo ogni fiato spezzato ricominciasse tutto”) e accettazione (“picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi”), tra un “Male fa, male fa (and I like it, I like it)” e l’ “I love you” ripetuto a iosa. 
Voto: 6


TOSCA 
"Ho amato tutto”
(Leave Music e Officina Teatrale)//Testo e musica: Pietro Cantarelli 
Elegante. Aristocratica. Voce a tuttotondo già dalla prima strofa (“Tre passi e dentro la finestra il cielo si fa muto”). Tra genere fantasy e romantico per un’elegia d’amore che vive “solo di uno sguardo”, cantata in modo magistrale da una delle voci più belle di questo Sanremo. 
Voto: 7

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