Elodie: «Un album ricco di ospiti e un Sanremo di ambizioni ed Eros»

Elodie: «Un album ricco di ospiti e un Sanremo di ambizioni ed Eros»
di Rita Vecchio
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 17:25

Tornare a bomba? Elodie sa che significa. Canzoni, voce, suoni, video. La cantante romana, 29 anni, da Amici 2015 a oggi, ha saputo seguire traiettorie musicali sempre più audaci. Il titolo del nuovo disco "This is Elodie" è una presa di coscienza (per dire, “questa sono io”). E questo Sanremo (ha già partecipato nel 2017) non è altro che parte del percorso di crescita. In gara con "Andromeda", firmata da Mahmood e prodotta da Dardust, Elodie pubblicherà l’album prima in digitale (31 gennaio, senza la canzone del Festival) - cosa inusuale in discografia - e dopo l’esibizione all’Ariston anche in cd (7 febbraio). Sound internazionale, tracce scelte tra 70 brani, 17 produttori, 45 autori (tra cui Levante), 11 featuring e la cover di Marracash (il rapper con cui fa coppia fissa nella vita, incontrato con la hit estiva "Margarita"). A fare da apripista, "Non è la fine" con Gemitaiz e "Mal di testa" con Fabri Fibra, con il cameo di Neffa e un videoclip pieno di ospiti (Myss Keta, Belen Rodriguez). 

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Elodie, un rientro alla grande. 
«È come se ricominciassi dall’inizio». 

Un disco ricco, all’insegna del “chi più ne ha più ne metta”.
«Gemitaiz, Fabri Fibra, Lazza, Margherita Vicario, Stash, Levante… Mi piace confrontarmi. Due anni di lavoro intenso per raggiungere libertà di fare musica, senza regole. Un disco deciso. Coerente, parla di me. Ci sono pure dei messaggi vocali veri (quello in cui parlo di Marracash o quello in cui chiedo a mia madre la foto del booklet). È come se mi sentissi interprete e attrice delle canzoni».

Un episodio divertente?
«A Neffa non piaceva come pronunciavo il “mo’” della strofa. Non ci siamo parlati per dieci minuti. Lavorare con Giovanni è stata davvero una bella esperienza». 

C’è pure un brano di Marracash.
«Cantare la canzone di un altro è già difficile. Portarla da rap a ballad, pure. Se poi è quella del mio fidanzato, non ne parliamo. Glielo ho detto in vacanza in Oman che l’avrei fatta. E l’ha presa bene». 

Lei bissa Sanremo. 
«Tre anni fa ero meno consapevole. Oggi dovrò sempre fare i conti con l’ansia. Andromeda è difficile da cantare. Salta da un’ottava all’altra. È una donna che si racconta senza filtri, in cui si ritrova l’inizio della mia storia con Fabio (Marracash, ndr). E Alessandro (Mahmood, ndr), da amico, non poteva che scriverla meglio».

La cover? 
«Adesso tu di Eros Ramazzotti del 1986: una storia di periferia simile alla mia (sono di una zona popolare di Roma). Con il pianista Aeham Ahman: in Siria, suonare per le strade piene di macerie ha un significato forte. Nel 2015 gli hanno bruciato il piano perché una legge proibiva la musica. Ma la musica non ha confini. E non può essere fermata. Ed è quello che faremo all’Ariston».

Da donna, pensa che Amadeus abbia esagerato? 
«Sotto pressione ci si può esprimere non al meglio. Ma non credo volesse offendere qualcuno».

E lei, ha paura di non essere capita? 
«No. Chi vuole mi ascolta. Io resto sempre io. Anche nei live (a Milano il 16 aprile e a Roma il 18 aprile)».

 

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