Sabrina Ferilli: «Crisi di nervi in famiglia»

Maurizio Micheli e Sabrina Ferilli in scena
Maurizio Micheli e Sabrina Ferilli in scena
di Vincenzo MAGGIORE
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Martedì 16 Febbraio 2016, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:08
Sabrina Ferilli, Maurizio Micheli e Pino Quartullo sono i protagonisti di “Signori… le paté de la maison!” (adattamento italiano della commedia francese “Le prénom” di Alexandre La Patellière e Matthieu Delaporte) spettacolo andato in scena anche al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi.
L’attrice romana è anche produttrice della commedia il cui adattamento resta pressappoco fedele all’originale. A cambiare è l’ambientazione, in questo caso la capitale italiana, oltre ad alcuni riferimenti che sono più vicini alla nostra realtà.

Sabrina Ferilli, quali sono i tratti che differenziano la vostra messa in scena dall’opera di La Patellière e Delaporte?
«Il nostro spettacolo dà sicuramente più spazio alla comicità e alla risata rispetto al testo originale che è più intellettuale, più cervellotico, più ricco di incastri».

Qual è il suo ruolo nella gestione del litigio tra suo fratello e suo marito?
«Nella pièce mi ritrovo a mediare tra tue figure care. Da un lato c’è mio fratello, dall’altro c’è l’uomo che amo e padre dei miei due figli. A prescindere dal susseguirsi di eventi inaspettati, durante la cena provo a riportare la pace tra tutti i commensali».

Tra le varie tematiche affrontate nell’opera, quanto è importante quella dell’emancipazione femminile?
«È abbastanza importante, non a caso durante la lite tra mio fratello e mio marito esplodo anche io con la mia ribellione e la frustrazione per aver lasciato il lavoro. In generale, il testo è incentrato sulla demolizione di luoghi comuni, di pregiudizi rispetto alla politica, all’omosessualità, allo stereotipo borghese».

Qual è la risposta del pubblico allo spettacolo?
«Fino ad ora il pubblico si è rivelato sempre soddisfatto».

Come si trova in scena con Micheli e Quartullo?
«Molto bene. D’altronde, essendo anche produttrice dello spettacolo ho avuto la possibilità di scegliere un cast di livello che mi soddisfacesse anche sul piano umano. Soprattutto con Maurizio Micheli c’è armai un consolidato feeling artistico. È la terza produzione che ci vede insieme sul palco».

Tra cinema, teatro e televisione, quale dimensione predilige e perché?
«Scegliere è difficile anche perché si tratta di modalità completamente diverse di espressione, sfaccettature del mestiere dell’attore che meritano comunque di essere approfondite. Non ho preferenze, per quanto mi ritrovi a vivere in maniera più intensa il teatro. È lì che l’arte recitativa diventa più efficace, più carnale».

In quali ruoli si riconosce maggiormente? Drammatici o brillanti?
«Mi è sempre piaciuta l’idea di cimentarmi in ruoli diversi».

Se non avesse fatto l’attrice, cosa avrebbe fatto Sabrina Ferilli?
«Non saprei, ci sono varie attività che trovo affascinanti. In generale, amo la cultura del lavoro».

Con quale maestro del passato avrebbe voluto lavorare?
«Pietro Germi e Vittorio De Sica su tutti».

Una persona importante, decisiva per la sua carriera?
«Il primo che mi viene in mente è Garinei, impresario teatrale. Ho lavorato quindici anni fa nel suo teatro, il Sistina di Roma. Proprio nel politeama romano abbiamo appena concluso due settimane di repliche molto positive».

Al Festival di Sanremo ha registrato grande successo la sua imitazione a cura di Virginia Raffaele. Qual è stata la sua reazione?
«Virginia è una bravissima comica e provo per lei grande simpatia».

Qual è il suo pensiero sulle unioni civili?
«Sono assolutamente favorevole alle unioni civili».

In tema calcistico, è contenta che Luciano Spalletti sia tornato sulla panchina della Roma?
«Sì, molto contenta. Gli ultimi risultati della squadra danno ragione a questa scelta».
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