Riondino: «A Taranto il mio spettacolo censurato dal Comune»

Riondino: «A Taranto il mio spettacolo censurato dal Comune»
di di Nicola SAMMALI
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Mercoledì 24 Luglio 2019, 13:05
«Ancora una volta l'amministrazione comunale e il suo assessore non hanno ritenuto interessante la proposta del Teatro pubblico pugliese di fare un mio spettacolo a Taranto. È la seconda volta che succede e la mia non è una suggestione, ho avuto conferma proprio dal Tpp».
Michele Riondino non ci sta, conferma la replica unica de Il Maestro e Margherita, in programma al teatro Orfeo di Taranto il prossimo 18 dicembre, ma attacca Palazzo di Città e l'assessore Marti dopo l'ultimo recente rifiuto che lo spettacolo teatrale che lo vede protagonista ha incassato. Da qui il durissimo sfogo.
« Il Maestro e Margherita - ha detto Riondino - arriverà a Taranto soltanto grazie all'associazione culturale Afo6», con la quale l'attore tarantino collabora, che ha comprato la rappresentazione firmata dal regista Andrea Baracco e tratta dalle pagine del romanzo di Michail Bulgakov.
La storia si ripete, mesi dopo, perché la stessa situazione si era già creata con lo spettacolo teatrale Angelicamente Anarchici, diretto da Riondino e portato a Taranto da Paolo Ruta, che lo aveva comprato con l'associazione Amici della Musica: andò in scena l'anno scorso sempre all'Orfeo, racconta l'attore. Anche in quell'occasione l'amministrazione comunale avrebbe rifiutato la proposta del Teatro pubblico pugliese.
«Sono boicottato nella mia città, a Taranto la cultura è uno strumento censorio». Riondino da anni è il volto, non solo mediatico, della protesta sul fronte ambientale, con la critica feroce al governo M5s e all'amministrazione comunale sulla questione Ilva-ArcelorMittal: le posizioni dell'attore tarantino sulla chiusura delle fonti inquinanti sono note, come lo sono le distanze dal vicepremier Di Maio e da Melucci.
«Ora, io capisco tutto, ma usare la cultura in maniera così bieca per impedire al sottoscritto di portare nella propria città uno spettacolo così importante, che tra l'altro sta riscuotendo sold out ovunque, da Napoli a Milano, mi sembra veramente imbarazzante per un assessorato che si pregia di aver riaperto il teatro Fusco».
Riondino, famoso anche per il ruolo di giovane Montalbano, personaggio creato dalla penna del maestro Andrea Camilleri scomparso pochi giorni fa, non nasconde che «c'è amarezza, non è possibile usare così la cultura». Nel 2018, ha ricordato, lo spettacolo ha toccato il teatro Petruzzelli di Bari, «dove sono stato accolto come se fossi a casa mia», Barletta, «altra data sold out e altra accoglienza calorosissima», come Lecce, Corato, Bisceglie e Gioia del Colle.
«Insomma io in Puglia sono a casa mia dappertutto tranne che nella mia città». L'idea quindi che la cultura possa essere utilizzata come «strumento censorio», ha spinto Riondino a parlare, perché «dobbiamo continuare a fare qualcosa per la crescita culturale di questa città: non bisogna servirsi della cultura per colpire qualcuno che ha posizioni politiche nettamente differenti dalle tue». Per il momento le opere teatrali dell'attore tarantino non trovano ancora spazio nel cartellone promosso dall'amministrazione comunale; tuttavia lo spettacolo Il Maestro e Margherita a fine anno arriverà a Taranto attraverso altri canali. «Questa volta ho deciso di farmi carico di tutto e di portare lo spettacolo con le stesse modalità con le quali organizzo Uno Maggio Taranto e Cinzella Festival (17-20 agosto, Cave di Fantiano, Grottaglie, ndc) - ha spiegato Riondino -, nel silenzio delle istituzioni e sfidando ogni censura». A proposito di censura, sottolinea ancora l'attore e attivista, Il Maestro e Margherita nasce proprio come sfida alla censura stalinista, «e questa è una motivazione in più», ha ammesso, per andare in scena a Taranto.
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