«Scrissi “Rumore”, Raffaella Carrà era l'interprete ideale»

«Scrissi “Rumore”, Raffaella Carrà era l'interprete ideale»
di Eraldo MARTUCCI
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Martedì 6 Luglio 2021, 05:00

«Le ho telefonato il 18 giugno, giorno del suo compleanno, e le ho fatto gli auguri tramite Sergio Japino che le ha detto che ero io al telefono. Lei mi ha ringraziato, ma non potevo mai immaginare che fosse ormai prossima alla fine. D’altronde è sempre stata molto riservata. E adesso rimane solo un dolore immenso per la morte di questa donna straordinaria a cui ero legato da una lunga e sincera amicizia».

È affranto Guido Maria Ferilli nel ricordare Raffaella Carrà, scomparsa ieri a 78 anni a causa di una malattia che, come ha ricordato il suo ex compagno, «da qualche tempo aveva attaccato il suo corpo così minuto, ma pieno di energia».

Nato a Presicce, cresciuto a Martano, vissuto a Milano e ormai da qualche anno ritornato stabilmente nel Salento scegliendo come luogo elettivo Corigliano d’Otranto, Ferilli è uno dei più grandi parolieri e musicisti della canzone italiana e per la grande showgirl ha composto sette canzoni. Fra tutte la più celebre è sicuramente “Rumore”, scritta quando aveva già ottenuto un primo riconoscimento nel 1971 con “Il bosco no”, cantata da Adriano Pappalardo su testo di Mogol

Siamo a Milano, ma il vero grande successo doveva ancora a arrivare. Tre anni dopo però, cercando sulla chitarra nuovi motivi, gli esce un pezzo insolito per lui che è invece un autore melodico: «Ogni volta che strimpellavo questo brano tutti i ragazzini che giocavano in cortile sembravano gradire questa musica e ballicchiavano… Non altrettanto con altri miei brani». 
Con il testo di Andrea Lo Vecchio, nasce così casualmente “Rumore”, la storia di una donna, che ha lasciato il compagno/marito, perché “ho deciso che facevo da me”, ma una sera, sola in casa, sentendo un rumore, vorrebbe “tornare indietro con il tempo”, realizzando che “da sola non mi sento sicura, mai”. Se in un primo momento la cantante viene individuata in Donatella Moretti, ben presto capirono tutti che l’interprete ideale sarebbe stata proprio la Carrà.

«Non era una cantante dalla grande voce – ricorda ancora il paroliere – ma era una grandissima artista, una vera soubrette e mi voleva molto bene. Aveva un carattere molto dolce e con me è sempre stata particolarmente gentile, come d’altronde suo fratello, e spesso facevamo a Roma lunghe passeggiate».
Il mito di Raffaella Carrà nasceva anche da questo: talento unico, professionalità inarrivabile e un sorriso fatto apposta per bucare lo schermo. Ritornando alla genesi di “Rumore”, è Gianni Boncompagni, allora anche compagno dell’artista, a dare il via libera definitivo per l’incisione del brano, alle cui sedute partecipa pure Tullio De Piscopo alla batteria.

«Lavorammo in sala parecchi giorni alla presenza anche di Gianni Boncompagni – ricorda ancora Ferilli - la stanchezza era tanta e quella melodia era un’ossessione al punto che Raffaella disse: “E adesso non mi farà dormire! Sento ancora e continuamente nelle orecchie quel na na na”».

La canzone viene presentata dalla Carrà durante la nuova trasmissione da lei condotta, Canzonissima 1974.

Il 7 dicembre il brano entra nella top ten, dove rimane per due mesi con un successo enorme: «Già a dicembre – sottolinea ancora il musicista salentino - registrammo la versione spagnola, inglese e francese». 

È una marcia inarrestabile anche per Ferilli, che due anni dopo legherà indissolubilmente il suo nome al trionfo planetario di “Un amore così grande”, composto nel 1976 per il leggendario tenore Mario Del Monaco. E negli anni successivi non mancheranno altre canzoni scritte per Raffaella, tra le quali si devono almeno ricordare “Abbracciami” e “Che meraviglia che sei”.

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